Giorgia Meloni e la battuta su Mosè e l'Adige nello scontro con Bonelli: la premier scoppia a ridere in aula
Scontro in Aula tra Giorgia Meloni e Angelo Bonelli: la premier scoppia a ridere e poi fa una battuta su Mosé, cosa si sono detti dai banchi
Durante le comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, in Aula si è accesso lo scontro tra la premier Angelo Bonelli. Il parlamentare ha parlato di siccità e Adige, lei invece ha replicato con una risata e una battuta su Mosè.
- Giorgia Meloni scoppia a ridere in Aula
- La battuta su Mosè rivolta contro Bonelli
- Le altre stoccate della premier all'opposizione
Giorgia Meloni scoppia a ridere in Aula
A scatenare le risate di Giorgia Meloni, per l’opposizione del tutto inopportune, è stato un passaggio dell’intervento di Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e in quota Alleanza Verdi – Sinistra Italiana.
Il deputato ha tirato fuori due pietre da sotto il suo banco alla Camera, spiegando poi di averle raccolte nel mezzo del fiume Adige, in secca a causa della grave siccità che sta causando molti problemi, soprattutto di inquinamento, al Nord Italia.
Il momento in cui il deputato Bonelli ha mostrato i sassi raccolti nell’Adige
La Meloni ha iniziato a ridere, suscitando la critiche del parlamentare: “Continua a ridere, non c’è problema, è questione di stile, irride chi parla perché non ha argomenti per controbattere”. Dai banchi di Fratelli d’Italia si è alzato un polverone.
La battuta su Mosè rivolta contro Bonelli
La questione è stata poi ripresa dalla premier nella sua lunga risposta ai temi sollevati in Aula. Quando è arrivata al tema siccità e all’intervento di Bonelli, ha però contestato le accuse del portavoce dei Verdi.
“Ho trovato molto interessante i suoi sassi dell’Adige. Però presumo che lei non voglia dire che in cinque mesi ho prosciugato l’Adige” ha detto la Meloni, ricorrendo poi ad una battuta: “Neanche Mosè!”.
La premier ha continuato: “Deve fare i conti con il fatto che problemi come l’Adige che si prosciuga sono figli di tutto quello che finora è stato fatto di sbagliato. Non sono Mosè, la ringrazio per attribuirmi poteri che non ho, ma non l’ho prosciugato io”. Non è riuscita poi a trattenere un’altra risata, riaccendendo gli animi alla Camera.
Le altre stoccate della premier all’opposizione
Non sono mancati altri momenti accesi durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, risoluzione approvata di maggioranza al termine delle discussioni. Spicca la battuta, meno ilare e più seria, fatta da Giorgia Meloni contro il Movimento 5 Stelle.
La premier ha citato le parole dell’onorevole Scutellà: “Ci dice fermatevi – ha detto, per poi ribattere – Penso che lo debba dire a Putin“. Tra gli applausi della maggioranza e le proteste dell’opposizione, ha aggiunto: “Se noi ci fermiamo consentiamo l’invasione dell’Ucraina“.
In precedenza, la leader di Fratelli d’Italia ha usato parole forti per contestare le critiche rivolte al Governo dopo la tragedia di Cutro: “Raccontare al cospetto del mondo che lasciamo bambini morire nel Mediterraneo è una calunnia non solo del governo ma nei confronti dello Stato italiano” ha detto, difendendo poi il sistema: “Volete dire che ci sono uomini delle forze dell’ordine che non vogliono salvare i bambini per indicazioni del governo?”.