Gas da Algeria e Azerbaigian, in aggiunta l'ipotesi carbone: così l'Italia ferma la crisi con la Russia
Il Governo monitora le riserve di gas ed emana lo stato di pre-allarme sulle forniture, ma sul tavolo ci sono anche due soluzioni diverse dalla Russia
È stato di pre-allarme per le forniture di gas. Ma, lo chiarisce il Ministero della Transizione ecologica, la misura non si traduce in un’emergenza reale. Significa che, come avvenuto anche per il freddo dell’inverno 2017, il Governo ha avviato un “monitoraggio costante della situazione energetica nazionale” e il “riempimento dello stoccaggio anticipato” rispetto a quanto normalmente avviene in questo periodo dell’anno.
Cos’è lo stato di pre-allarme per le forniture di gas
Alla base di queste decisioni c’è ovviamente la guerra tra Russia e Ucraina. Il primo Paese è il principale fornitore di gas in Italia, visto da Mosca dipende quasi il 45% del nostro fabbisogno energetico nazionale, mentre per il territorio del secondo passa la principale via di importazione.
“Il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato”, spiega il Mite. Ne tengono conto “gli attuali piani di azione preventiva e di emergenza”.
Con lo stato di pre-allarme è possibile “predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato”, ma questo nonostante “la situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna”.
Stop al gas dalla Russia: nuovi accordi con l’Algeria
Nel mentre il colosso degli idrocarburi Sonatrach si dice pronto a fornire più gas all’Europa dall’Algeria qualora il calo delle esportazioni russe dovesse diventare realtà. A dichiararlo è lo stesso amministratore delegato Toufik Hakkaha.
Ad annunciare nuovi accordi con l’Algeria era stato lo stesso premier Mario Draghi durante l’informativa in Parlamento per fermare l’ulteriore caro bollette a causa della guerra in Ucraina.
Tra le ipotesi per fare fronte alla crisi energetica, dunque, c’è quella di rendere pienamente operativo il gasdotto Transmed, che parte dal deserto algerino, percorre la Tunisia e arriva a Mazara del Vallo, in Sicilia, per poi risalire l’Italia fino a Minerbio, in provincia di Bologna.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è partito nella mattinata del 28 febbraio per l’Algeria insieme a Claudio Descalzi, ad di Eni, e a rappresentanti del Mite. Durante la visita si dovrebbero discutere i dettagli degli accordi per le forniture.
Immagini della fase di costruzione della Tap.
Stop al gas dalla Russia: nuovi accordi con l’Azerbaigian
Il rafforzamento del corridoio Sud e l’innalzamento dei flussi di gasdotti non a pieno carico, riguarda oltre al Transmed anche la Tap che arriva dall’Azerbaigian.
Il gasdotto Transadriatico è operativo dal 2020 e dall’Azerbaigian percorre il Mar Caspio, la Grecia, l’Albania, il Mar Adriatico e arriva in Salento.
Italia, intelligence al Parlamento: il punto sui rifornimenti di gas
“La strutturale ed elevata dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas, superiore al 95%, è un elemento di criticità per la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale, che è però garantito da ‘un’ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto o di un terminale di rigassificazione’. Lo rileva la relazione annuale dell’intelligence al Parlamento.
Cdm, il piano sul carbone per far fronte all’emergenza gas
Il governo si prepara a varare nuove misure legate al conflitto in Ucraina. Palazzo Chigi nelle scorse ore ha preannunciato che il governo “interverrà per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina”. Una seconda norma “introdurrà una procedura che consenta maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica del Paese”
Per far fronte all’allarme di una forte ed eventuale crisi nelle forniture di gas, l’esecutivo è orientato a consentire l’uso temporaneo delle centrali a carbone.
Sulla dipendenza dal gas russo si sta cercando di capire come gestire le difficoltà delle imprese italiane che potrebbero essere colpite dall’esclusione di Mosca da Swift. Il secondo atto che arriverà nell’imminente Consiglio dei ministri introduce una procedura che consente maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica
Oltre all’ipotesi del carbone, l’esecutivo sta mettendo a punto strategie e piani di emergenza se la situazione dovesse aggravarsi: si va da una maggiore flessibilità dei consumi di gas alle sospensioni nel settore industriale, dall’incremento del gas naturale liquefatto dagli Usa, fino ai gasdotti Tap dall’Azerbaijan, Transmed da Algeria e Tunisia e Greenstream dalla Libia portati a pieno carico