Fioramonti attacca il movimento, nuovo parlamentare fuori dal M5s
Nuovo sfogo dell'ex ministro dopo le sue dimissioni. Nel mentre un altro deputato lascia il Movimento 5 Stelle
L’ex ministro Lorenzo Fioramonti ha attaccato duramente il Movimento 5 Stelle. Parole simili sono state usate dal parlamentare pentastellato Santi Cappellani. Il deputato catanese, in una mail inviata ai suoi elettori, ha annunciato la sua fuoriuscita dal M5s. Si allarga così il numero di dissidenti che lasciano il progetto politico guidato da Luigi Di Maio.
Lorenzo Fioramonti: “Nel M5s non è ammesso il dissenso, si tace o si esce”
Nel M5s, ha denunciato su Repubblica Lorenzo Fioramonti, ci sarebbe “l’impossibilità di un confronto critico. Non è ammesso il dissenso, non c’è ascolto. I panni sporchi si lavano in famiglia. Per il resto, si tace o si esce”.
“Il mio gruppo mi ha attaccato come se fossi un nemico“, ha spiegato l’ex ministro dell’Istruzione, ammettendo di non aver sentito né Beppe Grillo né Davide Casaleggio.
Quest’ultimo “l’ho incontrato fugacemente un paio di volte in vita mia. Del resto credo che sappia cosa penso della piattaforma Rousseau: inadeguata, inutilmente costosa, farraginosa. È sbagliato persino il modo in cui vengono poste le domande, declinate in modo da assecondare e incoraggiare risposte prevedibili“.
“A volte ci si dimentica cosa sono le cinque stelle. Acqua pubblica, mobilità sostenibile, ambiente, sviluppo e connetività. L’economia del benessere è ciò a cui ho dedicato tutta la mia vita di studi. Serve un’alleanza di governo che punti al benessere sociale e ambientale, non alla crescita del Pil”, ha affermato Lorenzo Fioramonti.
“Ci sono quattro governi che hanno preso a modello i miei lavori accademici, le mie proposte: Scozia, Finlandia, Nuova Zelanda, Islanda. Quattro giovani donne coraggiose. Volevo provare a farlo anche in Italia, ma non potevo più fare la figurina da esibire. Se mi chiami per le mie competenze non puoi non tenerle in nessun conto”, ha sottolineato l’ex ministro.
In merito all’uccisione di Qasem Soleimani, ha spiegato che “di Donald Trump non mi stupisce nulla. Mi stupisce la subalternità dei nostri governi alle sue politiche”.
“Scatenare un conflitto in una parte del mondo così delicata, che ha così tanto sofferto, è irresponsabile. Conosco bene l’Iran. È un Paese colto, sofisticato, con livelli di istruzione fra i più alti del mondo e grandi possibilità di emancipazione. Le forze progressiste e quelle conservatrici si fronteggiano. I miei colleghi, lì, lamentano la miopia dell’Occidente: gli attacchi rafforzano il conservatorismo e l’estremismo“, ha concluso Lorenzo Fioramonti.
Gianluca Rospi: “Il M5s si è trasformato in un’oligarchia”
“Lorenzo Fioramonti ha perfettamente ragione“, ha dichiarato l’ex deputato M5s Gianluca Rospi a Omnibus, su La7. “Ho detto che il M5s si è trasformato in un’oligarchia dove una piccola minoranza di persone, cioè il capo politico e qualche fedelissimo decidevano per la maggioranza del gruppo, quindi Fioramonti ha perfettamente ragione quando dice ‘o fai così o taci‘”.
“Io sono uno dei pochi che ha lasciato la sua poltrona“, cioè la presidenza dell’Ordine degli ingegneri, “siccome sono una persona corretta. Al contrario di altri che hanno moltiplicato le poltrone. Nemmeno Aldo Moro aveva quattro incarichi come Luigi Di Maio“, ha aggiunto.
Santi Cappellani esce dal M5s: “Il M5s si è imborghesito”
“Avvertivo da tempo la profonda frustrazione” di “non poter rappresentare il temine di cui ci fregiamo” e “non poter rispondere ai territori per non minare gli equilibri di questo o quel governo”, si legge nella comunicazione di Santi Cappellani, deputato 29enne, studente di Psicologia e manager di un’azienda di famiglia.
In precedenza aveva spiegato di non aver potuto restituire i soldi al Movimento 5 Stelle perché non ricordava la password d’accesso al sistema.
Secondo il deputato, il M5s si sarebbe “imborghesito, finito in una spirale di autoreferenzialità”. “Quando sento la frase ‘pugno di ferro‘ rabbrividisco”.
Per Santi Cappellani nel M5s ci sarebbe “più ascolto a comunicazione e sondaggi che al sentire comune e della base”. E “mentre ci si apriva giustamente alla società civile con gli uninominali, si cancellavano dalle liste attivisti storici, senza alcuna motivazione”.
Il parlamentare ha denunciato nella sua email “una serie di azioni di imperio che hanno fatto venire meno proprio il sentirsi comunità“, a partire dai “facilitatori” voluti con la “volontà di eliminare ogni voce critica e ogni pensiero pensante”.
Infine ha contestato il fatto che in Sicilia il M5s “è in preda all’anarchia, non vi è una linea comune. Molto spesso, e senza confronto, vengono prese posizioni contro i nostri stessi alleati di governo e contro le azioni dei nostri stessi ministri. Gli amministratori locali sono abbandonati a se stessi. E mi fermo qui”.