Fase 2, "primi segnali di rischio" in una Regione: le pagelle
A dodici giorni dall'inizio della Fase 2, una tabella del ministero detta le pagelle delle Regioni
Passati ormai 12 giorni dalla fine del lockdown e l’inizio della Fase 2, una tabella del ministero della Salute indica il giudizio sull’andamento dell’epidemia di coronavirus nelle Regioni. Con 21 indicatori miscelati su due filoni di “probabilità” e “impatto”, i risultati vanno da “rischio basso” a “rischio molto alto” e hanno dei colori che partono dal bianco e giallo fino ad arrivare al rosso.
Una Regione, in particolare, sembra rischiare. L’allarme arancione, come riporta il Corriere della Sera, riguarda una Regione che vede aumentare ogni giorno il numero di positivi: la Lombardia.
In base al decreto firmato dal ministro Speranza, il tasso di occupazione dei posti di terapia intensiva per i malati Covid-19 non può essere superiore al 30 per cento e la Lombardia starebbe superando proprio quella soglia.
Secondo le pagelle del ministero, le altre Regioni problematiche sono il Piemonte e la Liguria, mentre il Molise è riuscito a fermare il focolaio di Campobasso.
Il quadro con i dati divisi per Regione è stato al centro del dibattito sulle linee guida approvate ieri sera nel corso del colloquio del premier Giuseppe Conte con i governatori e dovrebbe ormai essere completo.
I dati, tuttavia, sarebbero arrivati in ritardo dalle Regioni e non sarebbero una fotografia degli effetti delle riaperture del 4 maggio. Così, le pagelle che conteranno davvero arriveranno fra una settimana.
Esaminando i dati Regione per Regione, tra il 7 e il 14 maggio è il Molise ad avere la percentuale più alta di crescita dei casi (31%, in seguito al focolaio già estinto), segue la Basilicata con il 6%, mentre la Lombardia con un più 5 per cento è in terza posizione. Valle d’Aosta, Umbria e Campania hanno un tasso dell’1 per cento.
Infine, sull’incidenza del virus, le rilevazioni dell’Istituto superiore di sanità indicano al primo posto la Provincia autonoma di Trento con 959 casi ogni 100mila abitanti, seguita dalla Valle d’Aosta (935) e dalla Lombardia (828).