Famiglia travolta a Santo Stefano di Cadore, spunta l'ipotesi dell'investimento volontario: la nuova pista
Tragedia di Santo Stefano di Cadore: emerge l'ipotesi dell'omicidio plurimo volontario
Si continua a indagare sulla tragedia di Santo Stefano di Cadore. A perdere la vita il piccolo Mattia di due anni, il papà e la nonna, travolti sul marciapiede dall’Audi guidata da Angelika Hutter. La 32enne tedesca si trova in carcere per omicidio plurimo e dice di non ricordare nulla. Alla luce degli ultimi risvolti sul caso, gli investigatori non escludono che la donna potrebbe aver investito volontariamente la famiglia. Lunedì 10 luglio Hutter verrà ascoltata dal gip di Belluno per la convalida del provvedimento cautelare.
Il video al vaglio degli inquirenti
Le immagini e l’audio ripresi dalla telecamera dell’officina di Silvano Da Rin, il meccanico che per primo giovedì scorso è giunto nel punto del drammatico episodio, mostrano un rettilineo e l’Audi nera che viaggia a velocità sostenuta. Quindi il suono intenso delle lamiere.
Inoltre, da quanto emerso, l’Audi lanciata a tutta velocità non ha sbandato ma ha investito in pieno le tre vittime che stavano passeggiando davanti al marciapiede. La vettura ha terminato la sua corsa contro un palo della luce, sul quale il passeggino di Mattia è andato distrutto. Una dinamica funesta osservata dal nonno che ha avuto un infarto ed è stato ricoverato in ospedale.
A non escludere l’ipotesi dell’omicidio plurimo volontario c’è poi un altro dettaglio: la mancanza di segni di frenata e l’assenza di strisciate sul muro a fianco della strada regionale 355 che porta a Sappada.
Il testimone
I Carabinieri nelle scorse ore hanno inoltre ascoltato un testimone che ha narrato di aver sentito, poche centinaia di metri prima del luogo dell’incidente, Hutter infervorarsi verbalmente con una persona che parlava italiano.
La 32enne avrebbe inveito a più riprese per poi montare a bordo della sua auto e sfrecciare via. Trattasi di un altro dettaglio che lascia aperta la pista dell’omicidio volontario della famiglia di Favaro Veneto. Si sta cercando di capire se Hutter abbia commesso un gesto sconsiderato in preda alla rabbia.
L’Audi come casa
Le indagini hanno fatto emergere che Hutter viveva da tempo nell’auto che era praticamente la sua casa. Nella vettura dormiva e mangiava. Al suo interno sono stati trovati coperte e abiti sporchi. Qualche giorno prima della tragedia, a Bolzano era stata denunciata perché dopo una lite era stata trovata con un martello nello zainetto.