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Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, anche le amiche coinvolte nell'inchiesta: dai vestiti alle intercettazioni

Tre amiche di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori verranno sentite dalla Commissione d'inchiesta bicamerale che indaga sulla loro scomparsa. Si tratta di Sonia De Vito, Laura Casagrande, Cristina Franzé

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Le amiche di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori vengono sentite dalla Commissione bicamerale d’inchiesta che sta cercando di ricostruire le circostanze in cui avvennero le scomparse delle due quindicenni nel 1983. Si tratta di tre donne che oggi hanno fra i 56 e i 58 anni. La loro audizione è prevista per il pomeriggio di giovedì 13 giugno.

Le tre amiche di Emanuela e Mirella

Mirella Gregori venne inghiottita dal nulla il 7 maggio 1983. Un mese e mezzo dopo, il 2 giugno, toccò a Emanuela Orlandi. Entrambe sono finite al centro di un mistero costellato da ipotesi di intrighi, complotti internazionali e depistaggi.

Si ipotizza che le tre amiche possano avere raccolto confidenze su eventuali timori di Emanuela e Mirella in merito a presenze minacciose entrate nelle loro vite. A 41 anni di distanza dai fatti, si cerca di raccogliere qualche elemento che possa dare una direzione alle indagini.

Manifesti per Emanuela Orlandi e Mirella GregoriFonte foto: ANSA

Manifesti per Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

La Commissione parlamentare sta cercando di capire se le scomparse di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori possano essere collegate. Anche il Vaticano ha avviato una Commissione d’inchiesta, giudicata “una farsa” dal fratello di Emanuela Orlandi.

Sonia De Vito

Sonia De Vito era un’amica Mirella Gregori. Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione in quota Pd la considera una “teste chiave”. È figlia dell’allora titolare del bar all’angolo del palazzo di via Nomentana 91 nel quale Mirella Gregori abitava con la famiglia.

Come riporta il Corriere della sera, due uomini dei servizi segreti presero un appunto in data 31 ottobre 1983. Il sospetto è che si riferissero a Sonia De Vito.

A quasi sei mesi dal mancato ritorno a casa, due membri del Sisde intercettarono una frase della De Vito mentre parlava con un’amica a un tavolo del bar di famiglia. Sonia De Vito avrebbe detto: “Certo, lui ci conosceva. Contrariamente a noi che non lo conoscevamo. Quindi poteva fare quello che voleva… Come ha preso Mirella poteva prendere anche me…”

De Vito non si addentrò mai in spiegazioni e ricevette un avviso di garanzia per reticenza. Venne indagato un alto esponente della Gendarmeria, che fu successivamente prosciolto.

Il 7 maggio 1983, poco prima che Mirella scomparisse nel nulla, le due ragazze si sarebbero chiuse per un quarto d’ora nella toilette del bar. Secondo la versione fornita da Marco Accetti, Mirella si sarebbe chiusa in bagno per cambiarsi i vestiti.

A fine settembre 1983 giunse una telefonata al bar gestito dai Gregori: “Prendi carta e penna… Mirella indossava maglieria Antonia, jeans Redin con cintura, maglietta intima di lana, scarpe con il tacco di colore nero lucido marca Saroyan…”

Sarebbe questa la prova del coinvolgimento del cosiddetto “Americano” nel caso Regoli.

Laura Casagrande

Laura Casagrande, allieva della stessa scuola di musica, Ludovico da Vittoria, frequentata anche da Emanuela Orlandi. Casagrande venne chiamata in causa in alcuni messaggi di rivendicazione del rapimento. Casagrande raccontò di aver visto per l’ultima volta Emanuela dietro di lei, sul marciapiede, poco dopo le 19:00 del giorno in cui sparì nel nulla.

L’8 luglio 1983 il telefonista detto “l’Americano”, secondo tre consulenze foniche identificabile in Marco Accetti, chiamò casa Casagrande. Rispose la madre. Questo il messaggio che ricevette: “Abbiamo prelevato la cittadina Emanuela Orlandi per la sua appartenenza allo Stato del Vaticano. Abbiamo atteso l’appello di Giovanni Paolo II di domenica 3 luglio. Funzionari vaticani e inquirenti della Repubblica tendono a screditare la natura della richiesta, riducendo il tempo a disposizione…”

L’Americano spiegò che Emanuela Orlandi non si trovava “in territorio italiano” e chiese la liberazione di Alì Agca.

Un’ipotesi è che Laura Casagrande possa essere stata scambiata dai rapitori per un’altra ragazza, con la quale Emanuela Orlandi aveva un rapporto più stretto.

Ma il nome di Laura Casagrande, e di altre due coetanee, venne trovato scritto a penna sulla copertina di uno spartito che Emanuela Orlandi aveva nello zaino. Una perizia dimostrò che i nomi erano stati scritti dal pugno di Emanuela.

Cristina Franzé

Cristina Franzé era un’amica di Emanuela Orlandi. Le due ragazze frequentavano la parrocchia di Sant’Anna in Vaticano. Secondo una nota del Sisde, a casa Franzé si era tenuta una festa alla quale aveva partecipato anche Emanuela Orlandi. A quell’evento avevano preso parte anche tre giovanissimi militari il cui comportamento, forse volto a fare colpo sulle ragazze, era stato giudicato non consono.

Emanuela Orlandi Mirella Gregori amiche inchiesta Fonte foto: IPA
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