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Due studentesse incatenate al Rettorato dell'Università La Sapienza di Roma contro gli accordi con Israele

Due studentesse si sono incatenate al Rettorato dell'Università La Sapienza di Roma per manifestare contro gli accordi con Israele

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Due studentesse dell’Università di Roma La Sapienza si sono incatenate al Rettorato per protestare contro gli accordi con Israele. Nella dichiarazione di intenzione si legge che dopo mesi di mobilitazione, occupazione, sciopero e appelli nulla è cambiamento. “Evidentemente non sono stati sufficienti agli occhi della Rettrice Polimeni”, scrivono. Le studentesse chiedono al Senato Accademico di schierarsi contro il genocidio in Palestina. L’Organizzazione Cambiare Rotta ha infine invitato gli studenti al presidio delle 15:30 per proseguire la giornata di mobilitazione.

Studentesse incatenate per la Palestina

Sono due le studentesse di Cambiare Rotta Roma, un’organizzazione giovanile comunista, che si sono incatenate al Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma. Queste, in rappresentanza di tutti gli studenti e le studentesse che hanno manifestato da ottobre contro l’aggressione di Israele al popolo palestinese (recentemente a Napoli sono avvenuti scontri durante manifestazione pacifica contro Nato), chiedono lo stop degli accordi dell’università.

Lo slogan: “Boicottiamo il genocidio”. Nel pomeriggio è previsto un appuntamento sul pratone della città universitaria. La comunicazione dell’azione è avvenuta insieme a Zaum Saienza e il Coordinamento Collettivi Sapienza.

Il contesto dell’azione, accordi con Israele nel mirino

L’azione delle due studentesse emerge dalla necessità di alzare la voce. Nel comunicato si legge come mesi di mobilitazione, l’occupazione del Rettorato, giorni in tenda, sciopero del personale, appelli e sollecitazioni dalla componente accademica non sembrano aver dato frutti. “Migliaia di palestinesi continuano a essere uccisi, e cresce ogni giorno il rischio di escalation e di allargamento del conflitto”, scrivono.

Secondo quanto riportato, è indispensabile prendere una direzione, ma è chiaro che ci siano altri interessi in palio. L’accusa è che gli accordi delle università si trasformano direttamente in armamenti e tecnologie avanzate.

Le richieste al Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma

“È arrivato però il momento di fare un passo indietro da parte della Governance Sapienza: studenti e studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici hanno detto chiaramente che non vogliono avere le mani sporche di sangue”, annunciano, prima delle richieste alla Rettrice.

Queste sono le istante, oltre alla richiesta di schierarsi contro il genocidio, relative alle sanzioni verso Israele attraverso il blocco di ogni collaborazione con il Technion di Haifa, le università israeliane, e il bando MAECI. Viene richiesta anche la rottura di ogni accordo di ricerca e/o didattico con l’industria bellica (Leonardo Spa., Thales Alenia e altri) e con le forze armate (con l’Esercito Italiano, con l’Aereonautica militare, con la Marina Militare – come la prossima esercitazione Mare Aperto 2024 – e con la NATO) e infine le dimissioni della Rettrice dal comitato tecnico scientifico della Fondazione MedOr della Leonardo Spa.

studentesse-incatenate-sapienza-roma-rettorato-israele Fonte foto: ANSA
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