Dress code alle borsiste, il giudice Francesco Bellomo assolto. Era accusato di stalking sulle ex allieve
L'ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo prosciolto a Bergamo dalle accuse di stalking sulle ex allieve
L’ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo è stato prosciolto dalle accuse di stalking e violenza privata nei confronti di tre borsiste della scuola per magistrati “Diritto e scienza”. La decisione è stata presa dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Bergamo, dove il procedimento era stato trasferito da Bari a inizio 2021 per competenza territoriale.
Stalking, prosciolto il giudice Bellomo
“Il fatto non sussiste”: con questa formula il gup del tribunale di Bergamo ha prosciolto da tutte le accuse l’ex giudice barese Francesco Bellomo, accogliendo la tesi della difesa.
L’ex giudice del Consiglio di Stato, sospeso dal 2017, era imputato per stalking e violenza privata nei confronti di quattro ex allieve della scuola di alta formazione per aspiranti magistrati in cui insegnava.
Bellomo è stato prosciolto per i capi d’imputazione relativi a tre delle quattro borsiste. Per la quarta il gup ha rinviato gli atti alla procura di Massa Carrara, competente per territorio.
Bellomo, le accuse
Francesco Bellomo era accusato di aver esercitato pressioni sulle borsiste imponendo, fra l’altro, rigide regole sull’abbigliamento, arrivando anche a controllare profili social e frequentazioni delle allieve.
Secondo il gip del tribunale di Bari che ne aveva disposto l’arresto di nel 2019, le borse di studio erano solo un espediente per realizzare un vero e proprio adescamento delle ragazze.
Le tappe della vicenda
Francesco Bellomo era stato arrestato e posto ai domiciliari nel luglio 2019 nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari su un presunto “sistema Bellomo”. I pm ipotizzavano che il giudice avesse maltrattato le sue allieve (con alcune delle quali aveva anche relazioni intime) alle quali avrebbe imposto rigidi codici di comportamento e dress code.
Il Tribunale del Riesame lo aveva poi rimesso in libertà, imponendogli il divieto di insegnamento. La difesa aveva sollevato la questione dell’incompetenza territoriale, poi accolta dal giudice.
Gli atti erano quindi stati inviati a Bergamo, dove la vicenda si è ora chiusa. Nel frattempo si era chiusa anche una parte dell’inchiesta che era stata stralciata e inviata a Roma.
Si tratta delle accuse di calunnia e minaccia nei confronti dell’ex premier Giuseppe Conte, presidente dell’organo di giustizia amministrativa che esaminò la vicenda disciplinare di Belloma, conclusa con la sospensione dalla magistratura. Le accuse erano state archiviate.