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Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin sono raddoppiate le richieste d'aiuto al 1522: numeri impressionanti

Boom di contatti al numero 1522 contro violenza di genere e stalking dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Chiamano anche le mamme preoccupate

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin che ha scosso l’Italia le richieste di aiuto al numero antiviolenza 1522 si sono impennate. Dalle 200 chiamate quotidiane si è arrivati a una media di 400 con picchi fino a 450 o 500, sommando i contatti che avvengono via App e chat.

Impennata di chiamate al numero antiviolenza

La help line 1522 è un servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il numero è gratuito, sia da fisso che da cellulare, ed è operativo 24 ore su 24. Ad esso rispondono operatrici specializzate per le richieste di aiuto e per il sostegno alle vittime di violenza e stalking.

Roma, 17 novembre 2017 – La sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e la consigliera in materia di Pari Opportunità Lucia Annibali presentano gli spot della nuova campagna di comunicazione per promuovere il numero 1522 contro violenza e stalking.

Non sono solo le ragazze ad aver fatto crescere il numero dei contatti: anche i genitori, e in particolar modo le mamme, chiamano la help line preoccupate per le figlie in seguito al caso Cecchettin.

Boom di contatti dopo il ritrovamento del corpo di Giulia

L’aumento dei contatti è coinciso con il giorno del ritrovamento del corpo di Giulia.

A dirlo è la responsabile del servizio, Arianna Gentili, della quale l’Ansa riporta alcune dichiarazioni.

“Di solito questo boom di telefonate lo tocchiamo tra il 24, 25 e 26 novembre per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, rende noto Gentili.

“Quest’anno l’eco mediatico del femminicidio di Giulia ha fatto anticipare il picco. E questo perché in tante si sono identificate nella sua situazione”, aggiunge.

“Giulia era una ragazza normale e come lei tante ragazze hanno lasciato il fidanzato e si ritrovano nella sua situazione”.

“Da sempre riceviamo telefonate da parte di genitori e parenti – prosegue Arianna Gentili – ma questa morte ha fatto risuonare ancora di più quella paura che avevano. La percezione che tua figlia sta subendo qualcosa di grave, di fronte a un fatto così drammatico, porta fuori quella paura”.

Maschi che non accettano di venire lasciati

Poi la responsabile racconta una sua esperienza diretta: “L’altro pomeriggio ho risposto in un’ora a dieci telefonate in fila tutte da parte di madri che mi raccontavano che le figlie avevano da poco lasciato il compagno e che questo aveva cominciato a chiamarla, se lo ritrovavano fuori da scuola, sotto casa“.

“La paura più grande dei genitori è l’impotenza. Avere la sensazione che tua figlia è in pericolo ed avere la frustrazione di non sapere come intervenire”, conclude Gentili.

Fonte foto: 123RF

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