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CRONACA NERA

Diffuso l'interrogatorio a Matteo Messina Denaro: cosa ha detto il boss sul piccolo Di Matteo e Cosa Nostra

Sono emersi passaggi dell'interrogatorio di Matteo Messina Denaro, boss arrestato a gennaio: cosa ha detto sulla morte del piccolo Di Matteo

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Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

È stato depositato l’interrogatorio di Matteo Messina Denaro, condotto a gennaio dopo il suo arresto alla fine di 30 anni di latitanza. In queste ore il boss di Cosa Nostra è stato di nuovo ricoverato in ospedale, pochi mesi fa diceva di essere stato catturato solo per a causa della sua malattia.

Cosa ha detto il boss di Cosa Nostra nell’interrogatorio

Alcuni passaggi erano già emersi in precedenza, ma ora sono emerse nero su bianco le parole pronunciate dopo il clamoroso arresto fuori dalla Clinica La Maddalena di Palermo, dove Messina Denaro si recava per i trattamenti contro il tumore al quarto stadio.

Proprio a proposito della malattia, agli inquirenti aveva detto: “Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia“. Nello stesso frangente ha detto che aver dovuto cedere alla tecnologia, pur sapendo che il suo utilizzo avrebbe costituito un punto debole.

L’ex primula rossa ha negato di aver commesso stragi e omicidi e, addirittura, di non conoscere Cosa Nostra: “Io mi sento uomo d’onore ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali” sono le parole diffuse dalle agenzie di stampa in queste ore.

Il passaggio sull’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo

Oltre ad aver ammesso la latitanza e di aver condotto una vita “molto avventurosa, movimentata”, nell’interrogatorio Matteo Messina Denaro ha voluto parlare di un argomento che per sua stessa ammissione “è la cosa a cui tengo di più“.

“Io non sono un santo – ha detto – ma con l’omicidio del bambino non c’entro”. Il riferimento è chiaramente alla morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino rapito e ucciso proprio per mandare un messaggio al padre collaboratore di giustizia.

Una foto di Giuseppe Di Matteo

Secondo quanto emerso dalle indagini, il suo rapimento venne deciso nel 1993 quando Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Giovanni Brusca si incontrarono in una fabbrica di Misilmeri. Ora, il boss nega però il suo coinvolgimento.

Matteo Messina Denaro ora è ricoverato in ospedale

Le dichiarazioni rilasciate nell’interrogatorio di gennaio sono emerse proprio nelle ore nelle quali Matteo Messina Denaro è stato di nuovo trasferito in ospedale. Le sue condizioni si sarebbero aggravate e per l’avvocato sono “disperate”.

Tanto che, ha dichiarato nelle scorse ore, il regime 41bis e in generale la detenzione in carcere sarebbe diventata incompatibile con le sue condizioni di salute. Prima che la richiesta potesse diventare ufficiale, il boss è stato ricoverato nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

Fonte foto: ANSA

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