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Decreto coronavirus: chiusi stadi e scuole, cosa è il droplet

Nelle regioni cluster bisognerà tenere una distanza minima con le altre persone. Rimangono chiusi gli stadi e le scuole

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il governo ha definito il testo del decreto della Presidenza del Consiglio per fare fronte alla diffusione del coronavirus in Italia. Nel provvedimento, riporta l’Ansa, viene confermata la sospensione delle attività scolastiche fino all’8 marzo nelle regioni più colpite. Inoltre in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e nelle province di Savona e Pesaro e Urbino viene introdotta la regola del droplet. Questa prevede che venga garantita una distanza minima di un metro tra una persona e un’altra in tutti i locali pubblici.

Una delle prime applicazioni pratiche del droplet si è vista durante l’Angelus domenicale in Vaticano. I controlli per l’accesso a Piazza San Pietro sono stati effettuati facendo mantenere uno o due metri tra una persona e l’altra. La misura dovrebbe essere applicata anche nelle chiese, con posti già assegnati affinché i fedeli rispettino la distanza minima.

Il termine droplet, che dall’inglese si può tradurre come ‘gocciolina‘, indica il criterio della giusta distanza affinché le particelle di aerosol, potenzialmente ricche di patogeni, che disperdiamo nell’aria parlando, tossendo o starnutendo, non arrivino alle altre persone.

Nelle province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona rimarranno chiusi per prevenire nuovi contagi dal nuovo coronaviruscentri commerciali e mercati fino al prossimo week-end. Rimangono invece aperti i punti di vendita di generi alimentari e farmacie.

Oltre alle scuole continueranno a rimanere chiusi gli stadi delle regioni cluster. Fino all’8 marzo gli eventi sportivi di ogni ordine e disciplina sono sospesi, comprese le partite di calcio di serie A. Divieto assoluto di trasferta per i tifosi lombardi, emiliani e veneti. Sarà tuttavia consentito lo svolgimento delle competizioni a porte chiuse.

Chiusi centri sportivi, palestre, piscine, centri culturali e ricreativi in Lombardia e nella provincia di Piacenza. Coinvolti nel decreto anche i comprensori sciistici, aperti ma a condizione che il gestore limiti l’accesso agli impianti di trasporto, come le funivie, a un numero di utenti pari a 1/3 della capienza massima.

Il decreto legge annullerà e sostituirà tutte le misure prese dai Comuni, ritenute “inefficaci”. Per fermare le iniziative autonome è previsto che dopo “l’adozione delle misure statali di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 non possano essere adottate e sono inefficaci le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali”.

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