Crisanti dai pm per l'inchiesta zone rosse: la critica su Alzano
Il virologo è stato ascoltato dai pm come perito, per ricostruire le reponsabilità della vicenda delle zone rosse nella Bergamasca
Il virologo Andrea Crisanti è stato ascoltato in Procura a Bergamo in qualità di perito all’interno dell’indagine sulle zone rosse di Alzano e Nembro. Accolto dai giornalisti, ha dichiarato all’Ansa: “Spero di fare bene anche qui, non so se sarò in grado“. L’esperto è stato contattato per ricostruire le responsabilità sulla mancata istituzione del contenimento del contagio nei due comuni della Bergamsca.
“Ho ricevuto quattro quesiti sull’ospedale di Alzano e sulla zona rossa, non sulle Rsa. Mi avvarrò della collaborazione di esperti di statistica. Mi sono preso 90 giorni di tempo per consegnare risultati“, ha spiegato il medico ai cronisti dopo aver parlato con i pm.
“Se all’ospedale di Schiavonia”, in provincia di Padova, “avessimo fatto come ad Alzano, sarebbe stata una strage“, ha tuttavia dichiarato all’Ansa, riferendosi alla mancata chiusura dell’ospedale Presenti Fenaroli nel comune lombardo.
L’inchiesta sulle conseguenze del coronavirus nella provincia di Bergamo è diretta dal procuratore facente funzione Maria Cristina Rota e si articola in più filoni. Da una parte si indaga sull’istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, mai avvenuta, e dall’altra sulla chiusura e successiva riapertura del Pronto Soccorso del Presenti Fenaroli.
Nell’ambito delle indagini sono già stati ascoltati esponenti delle istituzioni, come persone informate sui fatti. Tra loro il premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, il governatore lombardo Attilio Fontana e l’assessore Giulio Gallera.