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Covid, variante Delta dominante in Italia. Vaccini, rischi, letalità

La variante Delta è ormai dominante in Italia. Facciamo un punto su tutto quello che sappiamo oggi su contagiosità, letalità, protezione dei vaccini

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La variante Delta è diventata ormai dominante anche in Italia. I sospetti che virologi ed epidemiologi hanno nutrito nelle scorse settimane sono stati confermati dall’ultima indagine rapida dell’Istituto superiore di sanità, del ministero della Salute, i laboratori regionali e la Fondazione Bruno Kessler. Secondo quanto emerge, al 20 luglio la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, di gran lunga superiore alla percentuale dell’indagine condotta il 22 giugno, quando era al 22,7%.

Dal momento che si tratta della variante più diffusa in Italia, avendo soppiantato la Alfa, è opportuno fare qualche riflessione. Cosa sappiamo, ad oggi, sulla variante Delta?

Variante Delta, rischi, contagiosità: cosa sappiamo oggi

L’Iss ha ribadito, a margine dell’indagine rapida, che “la variante Delta è caratterizzata da una trasmissibilità dal 40 al 60% più elevata rispetto alla variante Alfa, ed è associata ad un rischio relativamente più elevato di infezione in soggetti non vaccinati o parzialmente vaccinati”.

Al 31 luglio, quasi il 60% della popolazione italiana over 12 (più precisamente il 59,51%), pari a 32.139.726 persone, ha completato il ciclo vaccinale. Il che significa che quasi 30 milioni di italiani sono ancora potenzialmente esposti ai rischi del virus, se è vero che la variante Delta riesce parzialmente a eludere le difese fornite da una sola dose.

Ma quali sono i rischi che comporta la variante Delta? Secondo quanto hanno osservato gli esperti fino ad ora, l’infezione causata non ha conseguenze più gravi rispetto al passato, differenziandosi dunque soltanto per una maggiore contagiosità.

Contagiosità che, certo, può avere come conseguenza un maggior numero di casi e quindi un maggior numero di infezioni gravi e decessi, per questo è importante abbattere la cosiddetta quarta ondata con i vaccini e le misure di prevenzione.

Variante Delta, la rassicurazione dell’Oms sulla letalità

In questo senso, un’altra rassicurazione è giunta dall’Organizzazione mondiale della sanità, nella voce dell’epidemiologa Maria van Kerkhove. Come riporta l’Adnkronos, durante il briefing dell’Oms a Ginevra, l’esperta ha dichiarato che “abbiamo visto un aumento dei ricoveri” correlati alla diffusione della variante Delta, “ma non un abbiamo ancora visto un aumento della mortalità“.

Variante Delta, l’allarme dei Cdc americani

Di recente, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), la massima autorità sanitaria statunitense, ha redatto un documento reso pubblico dal Washington Post in cui si definisce la variante Delta in grado di causare malattie più severe, e di essere contagiosa come la varicella.

Un messaggio che ha sollevato un’ondata di preoccupazione, in virtù della quale i Cdc invitano a riconoscere che “la guerra è cambiata”.

Covid, la protezione fornita dai vaccini

Secondo i dati elaborati dall’Iss tra il 21 giugno e il 4 luglio – quando cioè la variante Delta non era ancora ampiamente diffusa come oggi – i vaccini si sono dimostrati molto efficaci nel prevenire le forme gravi di malattia e i decessi. Questi i dati del report:

  • Per quanto riguarda l’infezione il ciclo completo di vaccinazioni ha un’efficacia tra il 79,8% e l’81,5%, a seconda della fascia d’età.
  • Per i ricoveri ordinari l’efficacia varia dal 91,0% al 97,4% con il valore più alto nella fascia 40-59 anni.
  • Per i ricoveri in terapia intensiva l’efficacia è del 100% nelle due fasce più giovani (cioè non si è verificato nessun ricovero in terapia intensiva nei vaccinati nel periodo considerato) e scende leggermente al 96,9% negli over 80.
  • Per quanto riguarda i decessi l’efficacia è di nuovo del 100% nelle due fasce più giovani, mentre scende al 98,7% in quella 60-79 (2 decessi tra i vaccinati contro i 78 dei non vaccinati) e al 97,2% negli over 80 (15 decessi nei vaccinati e 62 nei non vaccinati.

In una più recente analisi dell’Iss, viene riportato che “quasi 99 deceduti per Covid su 100 dallo scorso febbraio non avevano terminato il ciclo vaccinale, e fra quelli che invece lo avevano completato si riscontra un’età media più alta e un numero medio di patologie pregresse maggiori rispetto alla media”.

Covid, ricoveri e decessi: quanto rischiano di più i non vaccinati Fonte foto: ANSA
Covid, ricoveri e decessi: quanto rischiano di più i non vaccinati
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