Covid, terza dose vaccino: quanti mesi durerà? La quarta dose sarà da fare? Parla il quotato immunologo Fauci
Anthony Fauci, virologo americano tra i più quotati a livello globale, ha spiegato le tempistiche relative alla protezione offerta dalla terza dose
Anthony Fauci, principale consigliere del presidente Usa Joe Biden e virologo tra i più quotati a livello globale, ha fatto il punto sulla variante Omicron e sulla protezione offerta dalla terza dose di vaccino anti Covid. Il professore è intervenuto ai microfoni di Sky Tg24, spiegando che la terza dose potrebbe dare una protezione più duratura di 6 mesi. Tuttavia Fauci non ha escluso nemmeno che ci possa essere un richiamo annuale del vaccino.
“È possibile che possa servire una quarta dose, ma spero che non succeda, che otteniamo un livello di durata della protezione che vada al di là dei sei mesi. Certo, può essere che il regime appropriato totale comporti tre dosi di vaccino a mRna. Abbiamo bisogno della terza dose perché è parte integrante del regime, quindi è possibile che dopo la terza dose non avremo bisogno di un’altra dose per molto più tempo di sei mesi”. Così Fauci.
“Speriamo di non dover vaccinare le persone continuamente, ma dobbiamo lasciare aperta la possibilità che sarà richiesto di fare un vaccino stagionale, non lo sappiamo per certo adesso. Dobbiamo aspettare e vedere cosa sarà richiesto nei prossimi mesi”, ha sottolineato l’immunologo.
Fauci sulla variante Omicron: “Ci aspettiamo che diventi dominante negli Usa”
“Vediamo in tanti Paesi del mondo, ma soprattutto in Sudafrica, che l’Omicron si sta diffondendo in modo rapidissimo, sta per diventare la variante dominante”, ha spiegato sempre Fauci. “Negli Stati Uniti – ha rimarcato – vediamo un aumento rapido di Omicron, soprattutto nell’area di New York City, dove c’è un tempo di raddoppio di tre giorni. Ci aspettiamo che nelle prossime settimane Omicron diventi la variante dominante negli Stati Uniti”.
E ancora, Fauci ha dichiarato che di sicuro si sa che “Omicron è più contagiosa“. Quel che non si sa del tutto è se sia meno grave oppure no: “Sappiamo che in Sudafrica sembra che i contagiati abbiano meno probabilità di andare in ospedale e contrarre malattia grave, ma questo forse è dovuto al fatto anche che molti in Sudafrica hanno già contratto la variante Alfa o la Beta e quando sono guariti hanno tenuto un livello di immunità che li protegge, non necessariamente dal contagio, ma forse dal contrarre la malattia grave”.
“La domanda è ancora senza risposta, non si sa se il virus in sé è intrinsecamente meno virulento oppure le persone hanno un livello di immunità che evita la gravità”, ha concluso il virologo.
Omicron spaventa anche la Francia: “Variante fulmine”
Non solo gli Usa sono spaventati. Anche i ‘cugini’ francesi stanno cercando di capire come fronteggiare la variante Omicron, descritta come un “fulmine”. “Sarà il ceppo dominante in Francia dall’inizio del 2022, dove ci sono già diverse centinaia di casi” ha detto il premier francese Jean Castex, in un intervento pubblico.
Nel Paese, attualmente, ci sono quasi 3.000 persone in terapia intensiva per via del coronavirus.
Un’immagine di una dose del vaccino anti Covid
Il politico ha proseguito affermando che da inizio gennaio verrà presentato un disegno di legge in parlamento per trasformare l’attuale pass sanitario in un certificato vaccinale.
“Soltanto il vaccino conterà per l’ottenimento del pass, non più i tamponi – ha rimarcato Castex -. Sono circa sei milioni i francesi ancora non vaccinati. Non è più possibile. La nostra migliore arma, la nostra sola arma, è la vaccinazione, ormai con tre dosi. Con due dosi, il vaccino è efficace al 70% contro le forme gravi di Omicron, e con tre dosi, a più del 90%”.