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Covid, paziente 1 pugliese: "Il corpo cambia, non è uno scherzo"

Il paziente 1 pugliese, a circa quattro mesi dalla guarigione da Covid-19, ha raccontato cosa ha provato durante la malattia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il paziente 1 pugliese, a circa quattro mesi dalla guarigione da Covid-19, ha ripercorso in un’intervista di Repubblica le tappe della malattia che lo ha colpito quando lo scorso 20 febbraio si è recato a Codogno, il comune della provincia di Lodi dove è stato identificato il primo caso italiano di coronavirus.

Coronavirus, il racconto del paziente 1 pugliese

“Era il 20 febbraio – ha raccontato Massimo – ero andato a Codogno con mio fratello a trovare mia madre che era in una struttura protetta ma per patologie diverse dal coronavirus. Ho incontrato mia madre. Era tutto tranquillo. Il giorno successivo, il 21, ho sentito in tv del primo caso. Ho chiamato i numeri d’emergenza, mi hanno detto che sarei potuto rientrare in Puglia perché non avevo avuto nessun rapporto con persone malate. Ed era vero. E così sono tornato”.

Inizialmente, Massimo non ha avvertito i sintomi della malattia, ma nonostante ciò ha seguito le indicazioni del medico che gli ha suggerito di rimanere in quarantena preventiva e di tenerlo informato sulle sue condizioni. La sua salute è peggiorata quasi subito, quando ha avvertito “brividi mai avuti prima, brividi terribili“.

Massimo non sentiva di avere la febbre ma dietro suggerimento della moglie se l’è misurata scoprendo di avere 37.5: “Ho chiamato il dottor Turco. Mi ha detto di continuare a restare chiuso in casa e di non far uscire mia moglie e anche mio fratello che era venuto a prendermi. Mi avrebbero fatto il tampone. Il giorno seguente sono venuti. E io sono finito in ospedale”.

Cosa si prova ad avere il coronavirus

Massimo ha quindi raccontato le sue sensazioni: “Mal di testa terribile. Febbre. Per fortuna non avevo difficoltà respiratorie”. Massimo ha parlato anche di “un freddo tremendo. E poi la sensazione di qualcosa nel tuo corpo che non riesci a identificare”.

“Mi hanno messo in una stanza a pressione negativa al Moscati di Taranto. Posso dirlo? Sono stati bravissimi e gentilissimi. Così per mia moglie. Che purtroppo è finita in terapia intensiva”, ha spiegato. Fortunatamente, oltre a lei, Massimo ha contagiato solo il fratello grazie all’isolamento preventivo: “Il fatto che appena arrivato a casa io mi sono chiuso in casa sicuramente, mi hanno detto i medici, ha evitato molti contagi“.

Il paziente 1 pugliese: “Non è uno scherzo”

Questo non è uno scherzo – ha sottolineato il paziente 1 – anche perché se mi chiede come sono stato contagiato non so dirglielo: in quella struttura non c’erano casi. E io non ho incontrato nessuno. Anzi, con mio fratello non ci siamo nemmeno salutati. Eppure è rimasto contagiato”.

Sulla situazione attuale, Massimo, che ha vissuto in prima persona la terribile esperienza del contagio, si è detto preoccupato: “In giro sono pochi a rispettare le regole. Eppure quelle regole salvano la vita. Io sono guarito il 13 marzo, ma per avere il tampone negativo ho aspettato il 13 maggio. Sono rimasto chiuso in casa. Mi telefonavano dall’Asl per monitorare la situazione, venivano i medici, ho seguito le regole con la massima precisione. Bisogna fare così”.

“Il tuo corpo cambia e non capisci perché”

Sulle conseguenze della malattia, Massimo ha raccontato: “Ho letto che in quasi tutti coloro che si sono ammalati restano il timore e la paura. È vero. Perché il tuo corpo cambia e tu non capisci perché. Mi spaventa vedere che c’è ancora molta gente che crede a due cose: alcuni pensano che sia tutta una montatura; altri che è finita”.

Non è finita proprio per niente – ha chiosato il 44enne – e con i comportamenti sbagliati rischiamo di mandare in fumo mesi di enormi sacrifici oltre che il duro, straordinario lavoro di medici e infermieri che sono stati semplicemente meravigliosi. Ma quale montatura? Io in ospedale ho visto il dolore, c’era gente che moriva, mia moglie è stata intubata… Sono cose che non dimenticherò mai”.

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