Covid, quante vittime a Natale: la previsione del matematico
Come cambierà la mortalità da coronavirus nei giorni delle feste: parla il matematico Sebastiani. Le strategie per il futuro
Cresce l’apprensione in Italia per via del numero delle vittime di coronavirus che non accenna a diminuire. Sulla questione si sono già espressi diversi esponenti del mondo scientifico e l’ultimo a parlare, in ordine di tempo, è il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Cosa aspettarsi a Natale: quanti morti ci saranno secondo il matematico
Se si dovesse mantenere la situazione attuale di stabilità dei casi, a Natale “la curva della media dei decessi per coronavirus scenderà sotto i 500 al giorno“: è questa la previsione del matematico Sebastiani intervistato da Adnkronos.
Tenendo presente che potranno esserci “oscillazioni del dato giornaliero, più in alto o più in basso, intorno alla curva”, ha avvertito l’esperto, “ciò che è importante, però, è la media settimanale“.
Come cambia la mortalità: quali sono le variabili in campo
In merito al comportamento della curva negli ultimi tempi, “da metà novembre aveva cominciato a scendere, grazie alle misure di contenimento introdotte. Poi, dai primi giorni di dicembre, è in stasi. Ma se questa curva dovesse impennarsi crescerebbe anche la mortalità dopo un certo tempo”.
“Se infatti cambia la curva di contagio – ha rilevato il matematico – dopo una decina di giorni cambia quella delle terapie intensive e dei ricoverati. E dopo sette/dieci giorni, anche quella dei decessi”.
” Il picco della curva della mortalità media – ha ricordato Sebastiani – lo abbiamo raggiunto nella prima settimana di dicembre. Poiché il picco non è pronunciato, il giorno esatto sarà possibile individuarlo quando, tra un paio di settimane, avremo tutti i dati”.
L’insegnamento per il futuro: quale strategia adottare
Cosa fare d’ora in avanti? “Cambiare strategia – ha spiegato Sebastiani – è decisivo. Fino ad oggi, infatti, il trend è stato quello di prendere le misure di contenimento all’ultimo minuto, probabilmente anche per ridurre le tensioni sociali. Serve invece anticipare l’edipemia: introdurre le misure prima che diventino necessarie, come ha fatto la Germania. E serve far capire ai cittadini che anticipare ci costa di meno, sia in termini di morti sia in termini economici”.
“Secondo i miei calcoli – ha concluso lo studioso – ritardare di due settimane il lockdown può portare a un raddoppio dei contagiati e dei morti”.