Covid, scoperta una nuova variante inglese: cosa sappiamo
La variante inglese del coronavirus ha acquisito la stessa mutazione di quella sudafricana: cosa significa e cosa cambia
Una nuova variante inglese è stata trovata in Gran Bretagna, con altri casi già individuati in Danimarca, Stati Uniti e Australia. Si chiama B1525: al momento, nel Regno Unito, è stata riscontrata in 33 soggetti. Secondo quanto riportato dalla Stampa, però, è già descritta in un report dell’università di Edinburgo, i cui ricercatori hanno sequenziato il genoma del coronavirus di 10 Paesi. Le prime sequenze sono dello scorso dicembre, individuate in Gran Bretagna e Nigeria.
Covid, scoperta una nuova variante inglese: cosa sappiamo
La nuova variante è simile alla B117, ma contiene mutazioni che hanno già preoccupato gli esperti, compresa la mutazione E484K sulla proteina Spike. Ossia, quella proteina fondamentale perché permette al virus di entrare nelle cellule e a diversi vaccini di agire.
Il rischio è che questa mutazione, riscontrata nella variante individuata in Sudafrica e in Brasile, possa aiutare il virus a neutralizzare la produzione di anticorpi.
Secondo Simon Clarke, professore di Microbiologia cellulare all’università di Reading, la mutazione E484 in Sudafrica ha scatenato l’allarme perché resisterebbe in percentuali preoccupanti ad alcuni vaccini.
Per questo motivo – ha aggiunto – questa nuova variante deve essere inclusa tra quelle che ci si sforza di testare per individuare quelle più rilevanti.
Covid, scoperta una nuova variante inglese: il post di Antonella Viola
Sulla scoperta della nuova variante inglese è intervenuta l’immunologa Antonella Viola, che su Facebook ha scritto: “B1.525 è stata identificata in 33 soggetti ma si pensa sia maggiormente diffusa”.
“Oltre alla mutazione E484K delle varianti brasiliana e sudafricana – ha aggiunto – ha la mutazione Q677H, sempre sulla Spike. Queste due mutazioni preoccupano molto per gli effetti che potrebbero avere sull’efficacia dei vaccini. Si pensa venga dalla Nigeria ma si sia già diffusa in molti altri Paesi”.
Cos’è la mutazione E484k delle varianti
Quella inglese, fino a questo momento, era l’unica variante conosciuta priva della mutazione E484K. Secondo il ricercatore britannico Calum Semple, come riportato dal Corriere della Sera, “la mutazione si è verificata spontaneamente in alcune parti del Paese” ed è preoccupante perché l’efficacia dei vaccini sembra indebolita.
Rispetto alla mutazione E484K, infatti, alcuni vaccini come Novavax e Johnson&Johnson hanno dimostrato una minore efficacia.
Secondo alcuni test effettuati in laboratorio, la mutazione ha evidenziato una potenziale capacità di aggirare la risposta degli anticorpi del sistema immunitario in modo da provocare reinfezioni o comunque abbassare la forza delle nostre difese.
Le particolarità della nuova mutazione: le reinfezioni
La mutazione E484K sembra essere responsabile di numerose reinfezioni. Un’altra particolarità è che si è manifestata in questi Paesi in modo indipendente, a indicare che potrebbe essere una strategia del virus per aggirare le difese immunitarie di popolazioni già immuni.
Nel frattempo un nuovo studio ha dimostrato che gli anticorpi monoclonali stanno fallendo contro le varianti del coronavirus. Come riporta un articolo del Guardian, infatti, “tutti e tre i principali contendenti – Regeneron e i farmaci di Eli Lilly e GlaxoSmithKline – falliscono contro una o più varianti”.