Covid, nuova variante 'Delta Plus': cos'è, dove si diffonde e i rischi
Covid, la variante 'Delta Plus' all'8% nel Regno Unito: gli esperti spiegano cosa sta accadendo
In Gran Bretagna il Covid è tornato a galoppare velocemente (martedì 19 ottobre si sono contati 43.738 contagi e 223 morti). Non solo: tra i nuovi casi è stata individuata nuovamente la variante ‘Delta Plus‘, tecnicamente chiamata “AY.4.2.”. Già lo scorso giugno è stata affibbiata un’identica etichetta ad un’altra sub-variante del coronavirus emersa per la prima volta in India lo scorso anno. Quella osservata nelle scorse settimane in terra britannica è un’ulteriore mutazione della Delta.
Un paio di giorni fa, Gottlieb, ex commissario della Food and Drug Administration americana, ha twittato spiegando che la ‘Delta Plus’ – che presenta la mutazione S:Y145H nella proteina spike – è stata trovata nell’8% dei campioni di virus sequenziati nei laboratori d’oltremanica. Tale mutazione è stata notata nel Regno Unito per la prima volta nel mese di luglio.
Da allora ha cominciato a diffondersi sempre più, ma non a ritmi vertiginosi. Per questo c’è ottimismo anche perché gli esperti ritengono che tale sub-variante non è in grado di imporsi su quella esistente e non ha una capacità esponenziale di trasmissibilità.
Secondo alcuni studiosi può essere valida l’ipotesi che vuole la ‘Delta Plus’ più contagiosa della sua progenitrice nell’ordine del 10-15%. Numeri che, pure se trovassero conferma, non dovrebbero tradursi in un vorticoso incremento di contagi.
Potrebbe essere “marginalmente più contagiosa” ma in ogni caso “non ha nulla a che vedere con ciò che abbiamo visto con le varianti Alpha e Delta, che erano più trasmissibili del 50 o 60%”, ha sottolineato alla BBC il professor Francois Balloux, direttore del Genetics Institute della University College London.
L’ex commissario della Food and Drug Administration, Gottlieb, ha inoltre rimarcato che la ‘Delta Plus’ “non costituisce motivo d’immediata preoccupazione ma ci ricorda che abbiamo bisogno di sistemi affidabili per identificare e descrivere le nuove varianti”.