Covid, Natale a rischio: il monito dell'infettivologo Galli
L'infettivologo del Sacco avverte come le feste di Natale saranno a rischio se i dati sui contagi da Covid-19 non miglioreranno
“Se i dati non migliorano sensibilmente, a Natale saremo in grossi guai“, non gira intorno al problema l’infettivologo e primario di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, che in un intervento al “Global Health – Festival della Salute Globale” esprime tutta la sua preoccupazione, come riportato da Tgcom24.
Covid, Natale a rischio: “I cenoni allargati quest’anno non saranno possibili”
L’analisi di Galli parte da ciò che è accaduto nei mesi passati dopo la prima ondata dell’epidemia da coronavirus, per mettere in allerta gli italiani: “Mi auguro che quanto predisposto possa bastare, ma comunque i cenoni allargati quest’anno non saranno possibili. Alla luce dei numeri, se gli interventi non funzionassero arriveremmo a Natale nel pieno della seconda ondata”.
“Se funzioneranno, dovremo adeguarci a una riapertura graduale e a molte cautele, per non ripetere quanto già successo a Ferragosto. Giusto confidare nel vaccino, sbagliato stare ad aspettarlo senza agire per il contenimento della pandemia” è la previsione del primario.
Covid, mutazione del coronavirus: l’analisi del caso dei visoni
Nel suo intervento al Festival della salute globale Massimo Galli ha parlato anche della possibile mutazione del Sars-CoV-2 tornando su quanto accaduto in Danimarca con l’abbattimento di milioni di visoni per evitare nuove forme di contagio.
“Questi animali in cattività sono stati infettati accidentalmente dai loro allevatori – ha sottolineato Galli – ma avrebbero anche ritrasmesso il virus all’uomo, a differenza di tutti gli animali domestici in cui il fenomeno è stato studiato, che non rappresentano un pericolo“.
Come riportato dal Messaggero, per l’esperto è infatti “possibile che il sistema immunitario dei visoni finisca per selezionare nuovi mutanti, problema ulteriore di cui certo non avremmo bisogno. Tutte le forzature che imponiamo alla natura hanno un prezzo.”
Il past president della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) ha concluso infine dicendo che “è possibile che nella seconda ondata il virus sia in parte cambiato – ha osservato l’infettivologo – Stiamo cercando di capire quanto questo sia accaduto in Italia”.