Covid, l'immunità di gregge è possibile? La risposta di Burioni
L'immunità di gregge contro il coronavirus può essere raggiunta, ma non attraverso l'infezione naturale. Burioni spiega come
Fin dall’inizio della pandemia di coronavirus c’è chi ha alimentato l’ipotesi che una delle soluzioni fosse raggiungere l’immunità di gregge attraverso l’infezione naturale. In altre parole, che un gran numero di persone resti infettato, sviluppi gli anticorpi e contribuisca quindi a limitare la diffusione del Covid-19. Il virologo Roberto Burioni, però, su Twitter ha respinto questa possibilità bollandola come “bugia”.
Il tweet di Burioni sull’immunità di gregge
“C’è chi – pure professori universitari – che ancora blatera di immunità di gregge. Basta, il momento è difficile, finiamola di raccontare bugie pericolose”, ha scritto Burioni, condividendo un suo articolo di luglio sull’immunità di gregge, pubblicato sul sito Medical Facts.
Nell’articolo Burioni cita uno studio pubblicato su Lancet che analizza i dati di Paesi in cui la pandemia ha colpito con forte intensità. Su Medical Facts è riportato: “La grandissima parte della popolazione (sopra l’80%) non è entrata in contatto con il virus, anche nelle zone dove il virus ha avuto una intensa circolazione. Questo è accaduto anche nelle nazioni – come la Svezia – dove non c’è stato un lockdown particolarmente severo”.
Burioni: “Per l’immunità di gregge ci vuole il vaccino”
L’articolo cita lo stesso editoriale di Lancet, che definisce “inaccettabile dal punto di vista etico” e “destinata a non ottenere il risultato sperato” qualsiasi proposta di combattere il coronavirus attraverso l’immunità di gregge raggiunta attraverso l’infezione naturale e non un vaccino.
“Insomma, come per tutte le altre infezioni, per l’immunità di gregge ci vuole il vaccino”, ha quindi sottolineato Burioni nell’articolo su Medical Facts.
Vaccino che, con la recente scoperta di una mutazione del coronavirus nei visoni, potrebbe essere a rischio.