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Come frenare il contagio e dove agire davvero: parla l'esperta

L'immunologa Viola indica una serie di misure per frenare i contagi da Covid-19: dove agire

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, risponde al nuovo Dpcm con un post su Facebook : “Cosa fare (per chi mi dice che non c’erano alternative)”. L’esperta indica una serie di misure per frenare i contagi da Covid-19. Dopo avere espresso contrarietà alla chiusura di bar e ristoranti alle 18 prevista dal nuovo Dpcm, “not in my name”, aveva scritto sempre su Fb, la scienziata illustra le sue proposte punto per punto.

Prima voce, “problema scuola-trasporti. Subito: prime 3 classi delle superiori lezioni in presenza con ingressi sfalsati. Ultimi 2 anni Dad”, didattica a distanza, al “75%. Nelle prossime settimane: trovare nuovi mezzi e personale per far tornare tutti in presenza”.

Secondo punto, “chiusure. Subito: identificare attraverso i dati di tracciamento raccolti tra maggio e la prima settimana di ottobre i luoghi a maggior rischio di contagio. Chiudere solo quelli (per esempio, se salta fuori che nei cinema non ci sono stati contagi, perché chiuderli?). Nelle prossime settimane: adeguare i locali o le regole per permettere le riaperture”.

Terzo, questione “contagi. Subito: Dad per università. No sport da contatto. Lavoro agile per chiunque non sia necessario sul posto di lavoro. No cerimonie religiose. No sport invernali. Chiare indicazioni per gli anziani e le persone con patologie (devono vedere il minor numero di persone possibile e sempre con mascherina per tutti, quindi niente pranzi, caffè o qualunque occasione in cui non si tenga la mascherina). Se ristoranti aperti (vedere sopra), massimo 4 persone al tavolo (a meno che non siano un unico nucleo familiare). Mascherina obbligatoria sempre dalle scuole medie. Nelle prossime settimane: far arrivare i test rapidi in ospedali, Rsa, scuole, fabbriche. Assumere personale per il tracciamento. Aumentare posti letto in ospedale e assumere personale sanitario (questo è l’unico punto che in realtà non è fattibile in poche settimane)”.

Poi, intervenendo ad ‘Agorà’ su Rai 3, l’immunologa dice: “Il lockdown è stato necessario nella prima fase” dell’emergenza coronavirus “perché eravamo impreparati. Nella seconda fase non deve esserci un lockdown generalizzato.  È inaccettabile perché sapevamo che sarebbe arrivata, anche se qualcuno l’ha negata. Eravamo preparati. Sapevamo che con la riapertura delle scuole e con il lavoro tornato alla normalità saremmo stati in questa situazione. Noi non possiamo permetterci di andare avanti tra lockdown, semi-lockdown, coprifuoco e sistemi punitivi per la società e l’economia. Dobbiamo pensare alla salute globale perché ci sono persone che vanno in depressione”.

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