Obbligo vaccinale ai docenti, Abrignani (Cts): "La scuola preoccupa"

Sergio Abrignani, l’immunologo della Statale di Milano e membro del Cts, guarda alla Spagna per tracciare una rotta della situazione epidemiologica in Italia e, mentre il governo discute sull’obbligo del vaccino contro il Covid-19 per gli insegnati, l’esperto ritiene che la condizione dell’immunità contro il coronavirus sia una condizione necessaria in vista del ritorno a scuola in presenza. Lo afferma in un’intervista a Repubblica.

Covid, Abrignani (Cts): “Obbligo vaccinale ai docenti”

“Dovremmo decidere l’obbligo di vaccinazione per gli insegnanti e dovremmo procedere rapidamente con gli adolescenti. I ragazzi saranno in buona parte non vaccinati e negli ambienti chiusi un virus contagioso come la Delta può infettare molto” è l’opinione dell’immunologo.

L’esperto non si sbilancia sui prossimi sviluppi dell’epidemia in Italia, ma nella sua analisi prende ad esempio la Spagna, dove, nonostante i 50mila contagi al giorno, il sistema sanitario regge e i morti si attestano a un rapporto di uno su mille casi contro un decesso su 50 fatto registrare prima dell’inizio della campagna vaccinale.

“La Gran Bretagna è partita per prima con la Delta due mesi fa, un mese e mezzo fa ha iniziato a salire la Spagna, che oggi come noi vede molti focolai legati al turismo ma ha deciso di non adottare grandi misure di contenimento. Guardando loro oggi possiamo capire come potrebbe essere l’Italia per l’inizio delle scuole” dice Abrignani.

Abrignani (Cts): “La scuola preoccupa”. Il vaccino ai più giovani

Sul ritorno in classe in presenza, oltre alla vaccinazione degli insegnati, l’esperto del Cts sottolinea l’importanza della protezione delle fasce d’età più giovani contro il Covid-19.

“Il Centers for disease control americano ha calcolato, età per età, i benefici del vaccino e i rischi di ammalarsi di una miocardite che guarisce con 5 giorni di trattamento con cortisone – precisa l’immunologo. I vantaggi sono superiori per qualunque fascia d’età, fino ai 12enni. Gli adolescenti, con la riapertura delle scuole, in effetti ci preoccupano. Fanno sport assieme, si aggregano, hanno una vita sociale che promuove la diffusione del virus. Se oggi avessimo vaccinato anche loro il coronavirus non saprebbe più dove andare”.

Fonte foto: ANSA