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Cos'è la febbre emorragica di Crimea-Congo e perché il virus minaccia l'Italia: sintomi e possibile terapia

Per il virus trasmesso dalle zecche non c'è una cura specifica. Analizziamo i rischi della febbre emorragica di Crimea-Congo, i sintomi e i rischi

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Una nuova minaccia per la salute potrebbe affacciarsi verso l’Italia: si tratta della febbre emorragica di Crimea-Congo, una patologia portata da un pericoloso virus proveniente dall’Africa. La malattia ha una mortalità del 5% e il virus responsabile dell’infezione si sta diffondendo in diversi paesi, inclusa la Spagna, e potrebbe presto raggiungere il Regno Unito. Senza cedere a facili allarmismi, andiamo approfondiamo la questione spiegando come viene trasmesso il virus, quali sono i sintomi e come fare prevenzione.

L’allarme sanitario

L’allarme sanitario relativo alla febbre emorragica di Crimea-Congo è stato emesso dalla sanità pubblica del Regno Unito. Questo avviso mette in guardia contro il pericoloso virus proveniente dall’Africa che potrebbe rappresentare la più grande minaccia attuale per la salute pubblica.

La febbre emorragica di Crimea-Congo, conosciuta anche come CCHF, può risultare letale nel 5% dei casi. Negli ultimi giorni sono stati segnalati casi di infezione e decessi causati dalla febbre emorragica di Crimea-Congo in diversi Paesi.

febbre emorragica rischi zeccheFonte foto: iStock

Le zecche sono considerate il principale veicolo di trasmissione del virus della febbre emorragica

Morti in vari Paesi

Dopo gli avvenimenti mortali in Iraq e Namibia, il virus ha fatto registrare due decessi in Pakistan e diversi casi di contagio in Spagna.

Secondo James Wood, capo della Medicina veterinaria all’Università di Cambridge, il virus della CCHF potrebbe essere entrato nel Regno Unito attraverso le zecche degli animali. Infatti, queste creature sono considerate il veicolo principale utilizzato dal Nairovirus, che è responsabile della diffusione di questa malattia.

Come si trasmette

Esistono almeno nove ceppi geneticamente distinti di questo virus. Le zecche del genere Hyalomma sono i principali vettori che infestano sia mammiferi e uccelli selvatici, compresi i capi di bestiame.

La trasmissione del virus può avvenire attraverso la puntura di zecche o il contatto con fluidi organici animali, come durante la cura o la macellazione di bestiame infetto.

È stato documentato anche il contagio tra persone, soprattutto in contesto ospedaliero e per via sessuale. Inoltre, è possibile la trasmissione tramite aerosol.

I sintomi

La CCHF può causare sintomi come febbre alta, malessere, difetti della coagulazione e permeabilità dei vasi sanguigni. Nella fase emorragica, che può durare da due a tre giorni, si possono verificare emorragie diffuse, petecchie, ecchimosi, epistassi, melena, ematemesi, ematuria e sanguinamento dai siti di iniezione.

La malattia può portare a complicazioni gravi come coagulazione disseminata intravascolare, insufficienza renale, epatica, polmonare e shock, con una mortalità che varia dal 3% al 40%.

Come si cura

Attualmente non esistono vaccini o terapie specifiche per la CCHF. L’uso dell’antivirale ribavirina è raccomandato, ma non ci sono evidenze scientifiche sufficienti sulla sua efficacia.

La prevenzione è fondamentale per contrastare la diffusione del virus. È importante educare le persone a indossare abiti protettivi in aree a rischio di presenza di zecche e a riconoscere i sintomi precoci.

Inoltre, i lavoratori dei macelli devono utilizzare abbigliamento protettivo per limitare il contatto con i fluidi di animali potenzialmente infetti.

I rischi in Italia

L’Italia rappresenta uno dei paesi europei a più alto rischio di introduzione e diffusione del virus, seguito dalla Francia.

È essenziale aumentare la consapevolezza su questo tipo di virus, per evitare che possano verificarsi casi nel nostro Paese come accaduto con altre patologie, come ad esempio la febbre Dengue, come per un paziente ad Arezzo, o la cosiddetta febbre West Nile, trasmessa dalle zanzare.

febbre emorragica sintomi cura Fonte foto: ANSA
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