Covid, la previsione sulla variante inglese e i contagi in Italia
La curva dei contagi da coronavirus in Italia dovrebbe subire un appiattimento, ma la variante inglese potrebbe cambiare tutto
Sono “giorni ancora critici per quanto riguarda i decessi per Covid-19 in Italia, dopo la discesa sotto i 500 al giorno in media entro Natale, come previsto, mi aspetto ora un appiattimento della curva, e la prossima settimana sarà da osservare con attenzione”. Lo ha riferito Giovanni Sebastiani, matematico dell’Istituto per le applicazione del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac), ai microfoni dell’Ansa.
Covid, Sebastiani (Cnr): l’analisi dell’andamento dei contagi
Riguardo i contagi, “da una decina di giorni aumenta la variabilità della curva dei nuovi positivi sui nuovi casi testati, e questo è dovuto a una eterogeneità delle curve a livello regionale”, con alcune regioni, come Piemonte, Lazio, Molise, Basilicata e Calabria, con numeri in aumento e altre, come Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta, Campania, Puglia e Sardegna, con dati stabili.
Giovanni Sebastiani ha spiegato che la curva degli ingressi in terapia intensiva “non mostra risalite, ma il trend in discesa è debole“, visto che in alcune regioni come Emilia Romagna, Veneto, Calabria, Molise e nella provincia autonoma di Trento non si rilevano particolari inflessioni.
Covid, Sebastiani (Cnr): quando sono aumentati i casi in Europa
“L’aumento dei casi lo localizzo attorno al 10 dicembre in Italia”, ha spiegato ancora Giovanni Sebastiani all’Ansa. Da un’analisi sui Paesi europei, la ripresa sarebbe iniziata in Germania il 28 novembre, poi in Danimarca e Svizzera il 30, in Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Slovacchia il 1 dicembre, in Francia il 2, in Irlanda il 4, in Spagna il 7 e in Italia il 9.
Non si è verificato, almeno analizzando i dati forniti dai singoli stati, un aumento in Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Austria, Slovenia e Polonia.
Covid, Sebastiani (Cnr): la previsione sulla variante inglese
“A livello dei casi, in Italia avevamo avuto il picco a metà novembre e quello dei decessi 15 giorni dopo circa. L’appiattimento dei casi è iniziato il 10 dicembre circa e mi aspetto lo stesso per quello dei decessi a partire da questi giorni, come confermato anche tramite un opportuno modello matematico”, ha spiegato l’esperto all’Ansa.
“Se così non fosse, questo potrebbe essere determinato da più fattori, non ultima la variante inglese che potrebbe aver colpito i più giovani ma non le fasce più deboli, che incidono sui decessi, ma potrebbe essere anche il riflesso della variabilità regionale“, ha concluso.