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Coronavirus, "Scuole a settembre": la proposta di Locatelli

Il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha parlato dell'idea di posporre al prossimo anno la riapertura delle scuole

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Personalmente penso che si possa fare una riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, intervenuto domenica sera a ‘Che tempo che fa’ su Rai2. Ma la decisione, ha precisato, “spetta al governo”.

Il timore, ha spiegato Locatelli, è “che si abbandonino i comportamenti individuali improntati a straordinaria responsabilità che ci hanno portato a limitare il numero di persone ricoverate, di persone ricoverate in terapia intensiva e di morti”.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che in conferenza stampa ha dichiarato: “Per me riaprire le scuole sarebbe un errore: significa masse di ragazzi che si muovono, e in ambienti confinati come un’aula, quindi pericoloso. Non possiamo permetterci una nuova accelerazione del virus”.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in una lunga intervista al sito Tpi.it ha dato un “bell’otto” alla scuola italiana alle prese con l’emergenza coronavirus: “Un buon insegnante deve valutare i risultati anche nelle condizioni in cui si producono”.

“Sarebbe inutile – ha detto – negare la condizione in cui si trovava la scuola quando l’epidemia ci ha investito. Ancora troppe disparità fra un istituto e l’altro. Ma la scuola ha saputo reagire, questo va detto. Dobbiamo esserne fieri. Ringrazio tutto il personale”.

“Come Ministro – prosegue – ho voluto fortemente la didattica a distanza quando siamo stati costretti a chiudere le aule”: per dare i pc agli studenti che non li hanno “abbiamo attivato diverse modalità: in alcuni casi sono i dirigenti scolastici a consegnare, soprattutto nei piccoli centri, altrimenti è la protezione civile che si reca a domicilio”.

Nel primo decreto del governo la didattica a distanza era opzionale, “ci sono state diverse resistenze. Ma adesso abbiamo già cambiato la normativa: la didattica a distanza non può essere più opzionale. È un obbligo”, ha concluso la ministra.

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