Coronavirus, la regola della distanza: cos'è e come va applicata
Tra le misure contenute nel decreto del governo sull'emergenza coronavirus c'è anche la regola del droplet
Nel decreto varato dal governo per contenere la diffusione del coronavirus in Italia è stata inserita, tra i vari provvedimenti, la regola del droplet, che prevede una distanza minima da tenere tra le persone nei locali pubblici delle zone più colpite dal contagio.
Il termine inglese droplet, traducibile come ‘gocciolina‘, indica il criterio della giusta distanza affinché le particelle di aerosol che disperdiamo nell’aria parlando, tossendo o starnutendo e che possono trasmettere il virus non arrivino alle altre persone.
Il decreto ha fissato ad un metro la distanza minima da tenere per limitare i contagi da coronavirus. Secondo Massimo Galli, docente di malattie infettive e primario dell’ospedale Sacco di Milano, la distanza di sicurezza da mantenere è anche maggiore, “almeno un metro e mezzo, 1,80 per essere sicuri in tutti i sensi”.
Il criterio della distanza minima va applicato in tutti i locali pubblici dove sono possibili assembramenti di persone. Quindi ristoranti, bar, centri commerciali e negozi, musei, chiese e luoghi di culto.
Spetta a titolari e gestori dei locali applicare correttamente questa misura anti-affollamento, anche attraverso limiti e contingentamento degli ingressi.