Coronavirus, il punto sull'epidemia in Italia: parla Burioni
Il virologo intervistato da Fabio Fazio ha fatto il punto sull'emergenza coronavirus in Italia
“I numeri cominciano a essere meno negativi e in un’epidemia significa positivi. Stiamo raccogliendo i frutti del nostro comportamento, come prima raccoglievamo i frutti della nostra irresponsabilità”. Così il virologo Roberto Burioni, ospite a “Che tempo che fa” su Raidue, ha fotografato l’attuale situazione dell’epidemia di coronavirus in Italia.
“Dobbiamo perseverare con i nostri sacrifici. Non possiamo predire il futuro, ma sembra che le cose stiano rallentando“, ha spiegato.
“Stanno calando gli accessi ai pronto soccorso – ha detto Burioni – e questo è un segno importante. Ci stiamo avviando verso il giorno in cui usciremo di casa, anche se non tutti e non fra dieci giorni. Ma quel giorno tutti dovremo portare una mascherina“.
“Stiamo inoltre guadagnando tempo che viene sfruttato dagli ospedali per organizzarsi, dallo Stato per elaborare nuove procedure e dalla ricerca che ovunque sta andando avanti e cercando di fare qualcosa”, ha aggiunto l’esperto, avvertendo che “dobbiamo metterci in condizione di fare i test, non solo per dimostrare la presenza del virus, ma anche per vedere quante persone hanno contratto questa malattia”.
Rispondendo alle domande di Fabio Fazio, Burioni ha ricordato che “buone notizie stanno arrivando anche dal campo dei farmaci. C’è un farmaco che viene utilizzato come antiinfiammatorio in malattie come l’artite e che sembra essere efficace e i dati sono abbastanza promettenti”.
“C’è poi una sopresa strana – ha continuato – di un farmaco degli anni Cinquanta e che si usava per la malaria, che si chiama Plaquenil, che fu valutato nel 2005 come molto efficace per inibire la replicazione del coronavirus della Sars. La cosa passò nel dimenticatoio. Ora si è provato a usarlo clinicamente e a sperimentarlo. Ci sono diversi studi in atto, lo abbiamo fatto anche noi al San Raffaele”.
Inoltre il virologo ha parlato di uno studio relativo “all’utilizzo del plasma dei guariti che può migliorare le condizioni di chi sta male” e di “passi avanti nella diagnostica: un’azienda statunitense serissima ha annunciato di avere a disposizione un test che viene fatto in 15 minuti”.