Coronavirus, quali Paesi hanno paura dei viaggi in Italia
Nessuno ha chiuso i confini, ma fuori dall'Europa la paura è alle stelle
Meglio non andare in Italia. Questa la comunicazione lanciata da diversi Paesi di tutto il mondo ai propri cittadini, sconsigliando di visitare la nostra penisola. Un impatto devastante a livello economico: secondo Federturismo le sole gite annullate causerebbero un danno da 316 milioni di euro. Confesercenti e Assoturismo parlano di cancellazioni che arrivano al 90% per il mese di marzo solamente a Roma.
E intanto, come riporta Ansa, la lista delle nazioni che hanno introdotto restrizioni per chi rientra dall’Italia si allunga sempre di più. Si va da misure più soft fino a veri e propri divieti di ingresso.
Coronavirus, i Paesi con le misure più dure
Al momento sono 12 i Paesi, tutti fuori dall’Europa, che hanno vietato l’entrata nel loro paese agli italiani o a chi è stato in Italia nelle ultime due settimane. Le compagnie aeree non sono autorizzate all’imbarco di questo tipo di soggetti.
Si tratta di Arabia Saudita, Bahrein, Capo Verde, El Salvador, Giordania, Kuwait, Iraq, Israele, Maldive, Mauritius, Seychelles, Turkmenistan e Vietnam.
Per Mauritius il divieto riguarda solo chi proviene da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia, mentre la Giordania ha escluso dal divieto i propri cittadini.
Cina, Eritrea, Kazakhistan, Kirghizistan, Saint Lucia, Taiwan e Tagikistan mettono in quarantena per 14 giorni tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia
La Romania mette in quarantena i passeggeri in arrivo dalle zone rosse. Estende poi il discorso a tutta la Lombardia e a tutto il Veneto, limitandosi però a una quarantena domiciliare volontaria.
Gli Stati Uniti ci hanno inseriti nella fascia 2 di allerta sanitaria. Per intenderci, ce ne sono quattro e nella terza c’è la Cina. Siamo insieme a Giappone e Iran, fino al 24 febbraio eravamo nella fascia 1, dove adesso c’è solamente Hong Kong. Il livello 2 prevede l’invito ad anziani e malati cronici a considerare di rinviare viaggi non essenziali.
Samoa chiede invece una certificazione medica non più vecchia di tre giorni a chiunque parta dal nostro Paese.
Controlli sanitari sugli aerei nei confronti degli italiani in Brasile, Cile, Colombia, Cipro, Croazia, Cuba, Ecuador, Grecia, Libano e Lituania. Mentre la Lituania limita la misura a chi proviene da Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, Croazia e Libano isolano chiunque abbia la febbre al momento dell’ingresso. Tutti gli altri devono sottoporsi a controlli sanitari quotidiani per 14 giorni.
Kazakhistan e Kirghizistan optano per la quarantena di due settimane per chiunque arrivi dall’Italia, radunandoli in edifici militari.
Coronavirus, i Paesi con le misure soft nei confronti dell’Italia
Germania, Polonia ed Estonia invitano chiunque provenga dalle zone rosse (Lodi e Vo’ Euganeo) a contattare le autorità sanitarie locali.
Gran Bretagna, Irlanda e Lussemburgo impongono l’autoisolamento di due settimane a chiunque arrivi dal Nord Italia e presenti sintomi leggeri. Chi non ha sintomi, ma parte dalle zone rosse, è obbligato all’isolamento.
Malta e Islanda allargano la quarantena volontaria alle persone provenienti da Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna.
Algeria, Egitto, Moldavia, Repubblica Ceca, Sudafrica, Ucraina e Ungheria si limitano a misurare la temperatura agli italiani in arrivo.
Argentina, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Lettonia e Nicaragua fanno compilare un questionario (Bulgaria e Montenegro lo accompagnano a un controllo medico).
Francia, Spagna, Turchia, Russia, Bosnia e Serbia sconsigliano di partire alla volta dell’Italia (soprattutto delle regioni settentrionali). A Parigi, gli studenti che hanno trascorso un periodo di vacanze in Lombardia o Veneto sono stati invitati a rimanere a casa da scuola.