Coronavirus, mutazione resisterebbe a mascherina e igiene
Secondo uno studio americano la mutazione "D614G" del Sars-Cov-2 sarebbe la più contagiosa
Il Sars-Cov-2 avrebbe sviluppato una mutazione che sarebbe resistente alle misure di prevenzioni di base contro la diffusione del coronavirus e secondo quanto sostenuto dal virologo americano David Morens, del National Institute of Allergy and Infectious (NIAID) questo “potrebbe avere implicazioni sulla possibilità di controllare il contagio” spiega al Washington Post.
Coronavirus, mutazione resisterebbe a mascherina e igiene: la ricerca
Come riportato dal Telegraph, dai risultati dello studio di un gruppo di esperti dell’University of Chicago e dell’University of Texas Austin, non ancora sottoposto alla valutazione della comunità scientifica, risulterebbe che la mutazione “D614G” è la più dominante negli Stati Uniti e nell’area di Houston, Texas, rappresenta il 99,9% dei casi.
Gli scienziati americani che da marzo hanno studiato i genomi del virus e registrato 5.085 sequenze, ritengono che il ceppo si stia diffondendo più di tutte le altre varianti del Sars-Cov-2.
Coronavirus, mutazione resisterebbe a mascherina e igiene: la variante “D614G”
La trasformazione consiste in una piccola ma efficace modifica della glicoproteina Spike, usata dal virus per penetrare nelle cellule, che renderebbe questa mutazione più contagiosa.
I dati delle ricerche svelerebbero infatti come le persone infettate da questo tipo di ceppo, presentano maggiori cariche virali nel tratto respiratorio superiore, fattore che consentirebbe così al coronavirus di diffondersi in modo più efficace.
Il virologo David Morens ha affermato che in questo modo il coronavirus potrebbe essere in grado aggirare le mascherine e il lavaggio delle mani, quelle precauzioni, insieme al distanziamento sociale, che tutte le istituzioni e organizzazioni sanitarie al mondo individuano come essenziali e le uniche veramente decisive in mancanza di un vaccino, per il contrasto alla pandemia.
Gli esperti tuttavia specificano come ciò non significhi che la mutazione sia più letale “D614G” e che la gravità del Covid-19 si strettamente legata a eventuali patologie pregresse dei pazienti.
Fonte foto: Ansa