Coronavirus, Arcuri: "Porteremo le mascherine per molto tempo"
Il commissario ha fatto il punto sull'emergenza coronavirus e la fornitura di mascherine
“Credo che per molto tempo molti di noi se non tutti ci dovremo abituare ad utilizzare” le mascherine. Lo ha detto il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile annunciando che per le prossime settimane l’Italia potrà contare su 650 milioni di questi dispositivi di protezione individuale. “Per quanto riguarda le forniture il peggio è ormai alle spalle”, ha detto.
Arcuri ha affermato che oggi sono state consegnate 4,8 milioni di mascherine e che nei precedenti sette giorni si è superato i 20 milioni: “Ci stiamo stabilizzando su una distribuzione in tempi assai rapidi e ragionevoli”.
“Presto una quota crescente di produzione di Dispositivi di protezione individuale sarà in Italia”, ha detto Arcuri, annunciando che diverse aziende italiane hanno ricevuto le autorizzazioni necessarie ed hanno iniziato la produzione.
“Per ora – ha spiegato – ci occupiamo di rifornire il numero massimo di mascherine alle strutture sanitarie che combattono, non ci occupiamo di distribuire mascherine ai cittadini. Se alcune regioni ritengono legittimamente di doverle fornire, se ne occuperanno loro, fino a una nuova organizzazione che non è ancora arrivata”.
Rispondendo in merito ad una serie di segnalazioni sul rincaro dei prezzi delle mascherine, il commissario ha affermato che “una mascherina chirurgica non può essere rivenduta ad un prezzo 10 volte maggiore del costo, questo non è libertà di mercato ma una speculazione due volte insopportabile, perché non si specula sui bisogni degli altri e perché non si specula sulla vita degli altri”.
“Anche pochi casi sono intollerabili – ha aggiunto – vanno denunciati e combattuti. Le forze dell’ordine sono già intervenute e continueranno a farlo”.
Arcuri ha spiegato che finora sono stati consegnati “1904 ventilatori polmonari, 368 solo nell’ultima settimana, 53 al giorno. Ma c’è una chiara linea di indirizzo condivisa con il governo: terapie intensive meno sotto stress da qualche giorno e numero ricoveri che inizia a decrescere non modificano il nostro piano di implementazione, specie verso le regioni del Sud”.
“Abbiamo privilegiato – ha aggiunto le regioni del Centro Nord, travolte da uno tsunami imprevedibile per tutti, ma non dobbiamo costruire l’ennesima disuguaglianza in infrastrutture e dotazioni tra Sud e Nord del Paese. Per una volta pensiamo a come sarà il nostro Paese quando il coronavirus sarà alle spalle”.
Coronavirus, Arcuri: “Nessun ‘liberi tutti’ in vista”
“Il bollettino della sofferenza giornaliero – ha detto Arcuri – anche ieri ha avuto dei dati che evidenziano una prima, parziale inversione di tendenza nella diffusione del contagio. Dopo settimane di duri sacrifici è una boccata di ossigeno“.
Gli scienziati hanno ripetuto che non c’è alcun dubbio sull’esito della battaglia: noi umani siamo molto più forti di questo virus. Ma fatico a gioire, ci sono ancora tanti decessi, la cruda realtà è più dura di algoritmi e simulazioni”.
Il commissario ha spiegato che “siamo all’inizio di una lunga fase di transizione e sarebbe imperdonabile non perseverare” con le misure di contenimento “rendendo inutili i sacrifici fatti finora”.
“Le prossime saranno giornate fondamentali – ha sottolineato – non dobbiamo commettere errori nei prossimi giorni e tenere gli occhi aperti” perché “non si possono sbagliare i modi di uscita dalla cosiddetta Fase 1″.
“Il numero di uomini e donne che perderanno la vita per il virus continuerà a crescere. Nei prossimi giorni in vista della Pasqua non dimenticate mai che si è portato via già 16.523 vite umane“, ha avverito.
“Torno a supplicarvi, nelle prossime ore non cancellate mai questo numero dalla memoria. Attenti a illusioni ottiche, pericolosi miraggi, non siamo a pochi passi dall’uscita dell’emergenza, da un’ipotetica ora X che ci riporterà alla situazione di prima, nessun liberi tutti per ritornare alle vecchie abitudini”.