Cogne, Taormina contro Franzoni: la decisione sulla villa
Dopo la notifica di pignoramento, l'avvocato Carlo Taormina non avrebbe chiesto la messa in vendita nei termini stabiliti
Nuovi sviluppi sul caso della villetta di Montroz, luogo dell’omicidio di Cogne in cui a soli tre anni venne ucciso Samuele Lorenzi. In seguito a una sentenza vinta dall’avvocato Carlo Taormina contro Annamaria Franzoni, infatti, era stato disposto il pignoramento della casa di Annamaria Franzoni per via degli onorari da pagare all’avvocato, quantificati a 470mila euro comprensivi di interessi.
L’avvocato Lorenza Parenti, che assiste Annamaria Franzoni nella causa contro Taormina, ha dichiarato come riporta Ansa: “Il pignoramento è stato dichiarato inefficace. È improcedibile: non è stata presentata alcuna istanza di vendita e dunque nessuna vendita sulla casa di Cogne verrà fatta”.
“Su questa procedura” non ci saranno altre udienze, ha spiegato il legale. “Ci siamo comunque riservati di azionare il giudizio di merito”.
Secondo quanto ha appreso l’Ansa, Carlo Taormina non avrebbe chiesto la messa in vendita dell’immobile entro il termine di 45 giorni dalla data del pignoramento scattato il 22 ottobre scorso.
Il pignoramento era stato notificato ad Annamaria Franzoni il 22 ottobre e riguardava metà della proprietà immobile in cui venne ucciso il piccolo Samuele. L’11 novembre, però, la donna si è opposta al pignoramento, iscrivendo a ruolo ad Aosta la procedura.
Così, i legali Maria Rindinella e Lorenza Parenti, del foro di Bologna, hanno contestato un vizio nella notifica dell’atto, oltre a sostenere che la villetta non sarebbe pignorabile perché all’interno di un fondo patrimoniale costituto a maggio 2009 da Annamaria Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi.