Chi è Matteo Piantedosi, il nuovo ministro dell'Interno nel governo Meloni: è stato braccio destro di Salvini
Il ministro dell'Interno è finito nella lista degli indagati per il caso Diciotti insieme a Matteo Salvini ed è stato anche al fianco di Lamorgese
Passaggio di testimone tra prefetti al Viminale. Dopo Luciana Lamorgese, è Matteo Piantedosi il nuovo ministero dell’Interno. Negli ultimi due anni è stato il capo dell’Ufficio territoriale di Governo di Roma.
Chi è Matteo Piantedosi, braccio destro di Salvini al Viminale
Originario della provincia di Avellino, 59 anni, sposato e padre di due figlie, Matteo Piantedosi è laureato in Giurisprudenza. Dal giugno 2018 al settembre 2019, è stato capo di Gabinetto durante la gestione del Viminale di Matteo Salvini.
Ha continuato a coprire questo ruolo anche sotto la collega Luciana Lamorgese, fino all’agosto del 2020, quando è stato nominato perfetto di Roma.
È stato scelto proprio dal segretario della Lega per entrare nella squadra di Giorgia Meloni in quota Lega.
Il lungo curriculum del ministro dell’Interno del governo Meloni
Matteo Piantedosi è particolarmente legato alla città di Bologna, dove nel 1989 ha iniziato la sua carriera in Prefettura, svolgendo per 8 anni l’incarico di capo di Gabinetto.
Nel 2007 è diventato viceprefetto vicario fino al 2009, quando è stato chiamato al ministero dell’Interno per dirigere l’Ufficio delle relazioni con il Parlamento. Nel 2011 è diventato prefetto di Lodi.
È poi tornato a Roma pochi mesi più tardi per diventare il vicecapo di Gabinetto del ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni.
Sempre nel 2012 è diventato vicecapo della Polizia di Stato. Tra il 2017 e il 2018 è tornato a Bologna come prefetto, per poi essere chiamato da Matteo Salvini al Viminale.
Il caso Diciotti: Matteo Piantedosi indagato insieme a Matteo Salvini
Durante il mandato di Matteo Salvini al Viminale, Matteo Piantedosi ha aiutato il titolare del dicastero a mettere in moto la complessa macchina della politica dei porti chiusi e dei decreti sicurezza.
A lui è toccato il duro compito di tradurre in provvedimenti legali e sostenibili le linee guida del ministero e il pugno di ferro sui flussi migratori.
Per questo motivo è finito nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento per i reati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio per il caso Diciotti.
Il ministero proibì, nell’agosto 2018, lo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave Diciotti della Guardia Costiera.
Il capo di Gabinetto è stato poi escluso dagli indagati nel corso della vicenda processuale, mentre per Matteo Salvini il Senato ha votato contro l’autorizzazione a procedere chiesta dai magistrati.