Chi è Matteo Bassetti, medico in prima linea contro il Covid
Dall'impegno contro il coronavirus agli attacchi personali: chi è l'infettivologo Matteo Bassetti
Primario del reparto di Malattie infettive al San Martino di Genova, Matteo Bassetti è una delle figure chiave nella lotta al coronavirus in Italia. Nato il 26 ottobre 1970 a Genova, Bassetti si è laureato in Medicina nel 1999 per poi conseguire un dottorato alla Yale University negli Usa e uno all’Università di Genova bel 2004.
Matteo Bassetti, la vita e la carriera
Bassetti, dal 2011 al 2019, è stato Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine e poi professore associato dell’università e direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie infettive e tropicali della città.
Dal 2018 è stato nominato coordinatore della rete infettivologica regionale del Friuli Venezia Giulia e dal 1° novembre 2019 è direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Bassetti è diventato anche professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova e presidente della Società Italiana di Terapia Antiinfettiva (SITA).
Matteo Bassetti, gli attacchi personali subiti
Per via delle sue opinioni non solo sul coronavirus, ma anche per quanto riguarda la politica, Matteo Bassetti è stato spesso criticato: “L’Italia è un Paese di ingrati – ha dichiarato in un’intervista -, ho subito attacchi personali e mi sono vergognato di fronte ai miei figli”.
Coronavirus, la posizione di Matteo Bassetti
Matteo Bassetti, in una intervista per VirgilioNotizie, ha spiegato che dall’emergenza coronavirus in Italia “ne usciamo devastati”. La grande lezione per i medici, a suo avviso, è questa: “Bisogna collaborare. Occorre uscire dalla concezione della medicina baronale, le decisioni vanno condivise. In questi mesi abbiamo imparato a fare squadra con multidisciplinarietà e ad ascoltarci. È stata una grande lezione”.
“Il virus – secondo Bassetti – non sparirà, ma dovremmo abituarci all’idea di convivere con l’infezione in maniera più serena. La convivenza è fatta di conoscenza e di buona comunicazione, il terrorismo e il panico non portano da nessuna parte”.