Chi è Roberto Fico e cosa significa "mandato esplorativo"
Chi è Roberto Fico e cosa significa mandato esplorativo: cosa bisogna sapere sugli ultimi sviluppi della crisi di governo
Nel pomeriggio di venerdì 29 gennaio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato a Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati nella XVIII legislatura, il mandato esplorativo per verificare entro martedì la possibilità di dar vita a un nuovo governo con la stessa maggioranza del Conte Bis. Ma chi è Roberto Fico e cosa significa esattamente “mandato esplorativo”?
Chi è Roberto Fico, l'”esploratore” scelto da Mattarella
Nato a Napoli nel 1974, Roberto Fico si è diplomato al liceo classico e laureato in Scienze della Comunicazione, a Trieste, con una tesi sulla comunicazione di massa.
Nel 2005 ha fondato uno dei primi meetup “Amici di Beppe Grillo”, organizzato in un pub a Mergellina, nella sua città natale.
Risale al 2010 la sua candidatura alla presidenza della Regione Campania: in quell’occasione ha raccolto l’1,35% delle preferenze.
Un anno dopo si è candidato al ruolo di sindaco di Napoli, ottenendo l’1,38% dei voti e non superando il primo turno.
Nel 2013 è stato eletto per la prima volta deputato.
Nello stesso anno è diventato anche presidente della Commissione di Vigilanza della Rai.
Alle Elezioni Politiche del 2018 è stato eletto per il Movimento 5 Stelle con il 57,6%, nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta.
Dal 24 marzo 2018 è presidente della Camera dei Deputati.
Già nel 2018 Roberto Fico aveva ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella un incarico esplorativo per verificare i presupposti di una maggioranza formata da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Il tentativo, in quell’occasione, non era andato a buon fine.
Cosa significa “mandato esplorativo”
Per “mandato esplorativo” si intende l’incarico conferito dal presidente della Repubblica a un esponente politico allo scopo di condurre un’indagine sulla possibilità di poter formare un governo.
Pur non essendo contemplata dalla Costituzione o codificata dalle leggi, quella del mandato esplorativo è diventata una consuetudine che ha assunto il valore di prassi quando le consultazioni non portano a un esito definitivo.
Nei fatti, questo provvedimento prevede un nuovo giro di consultazioni, che però non sono tenute dal Capo dello Stato bensì proprio dalla figura incaricata dal presidente della Repubblica.
Il confronto (e la mediazione) con le diverse forze politiche avviene, così, in maniera più informale.
Al termine delle consultazioni dell'”esploratore”, quest’ultimo riferisce l’esito al presidente della Repubblica, che può affidare un nuovo mandato esplorativo, affidare l’incarico al nuovo presidente del Consiglio oppure sciogliere le Camere.
Fino ad ora, nella storia della Repubblica Italiana, il mandato esplorativo è sempre stato affidato a figure istituzionali (il presidente della Camera dei Deputati o quello del Senato), il cui obiettivo non è diventare presidente del Consiglio ma “solo” facilitarne l’individuazione.
Nello specifico sono 13 le volte in cui è stato affidato il mandato esplorativo in Italia: 8 al presidente del Senato (Merzagora, Fanfani per 2 volte, Spagnolli, Morlino, Spadolini, Marini e Casellati) e 5 a quello della Camera dei Deputati (Leone, Pertini, Iotti e Fico per due volte, contando quest’ultima).