Gregoretti, Salvini sfida il governo. Meloni attacca Di Maio
Ci sarebbero le prove dei contatti tra presidenza del Consiglio, ministero degli Affari esteri e organismi comunitari
Prosegue la polemica dopo che il Tribunale dei ministri di Catania ha iscritto nel registro degli indagati il leader della Lega Matteo Salvini per i reati di sequestro di persona e abuso di potere nel caso della nave Gregoretti. Secondo quanto riportato da Ansa il leader del Carroccio avrebbe conservato una copia delle interlocuzioni scritte riguardanti il caso dei migranti, copie che sarebbero già al vaglio degli inquirenti.
Secondo quanto si apprende da fonti della Lega si tratterebbe di “numerosi contatti anche tra il ministero dell’Interno, la presidenza del Consiglio, il ministero degli Affari esteri e organismi comunitari”. Inoltre, sulla redistribuzione degli immigrati, secondo la Lega era stata contattata anche la Cei.
Nel documento viene sottolineato che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede “dichiarava il 30 luglio (nel corso della trasmissione “In Onda” su La7) che “c’è un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell’Interno e della Difesa, la posizione del governo è sempre la stessa: vengono salvaguardati i diritti, le persone che dovevamo scendere sono scese, sono monitorate le condizioni di salute, ma del problema immigrazione deve farsi carico tutta l’Europa”.
Il ministro poi aveva ringraziato “il presidente Conte che continua a porre la questione nelle cancellerie d’Europa”. Tutta la documentazione conservata da Salvini è al vaglio dei legali dell’ex ministro dell’Interno e al momento non verrà diffusa.
Caso Gregoretti, Meloni contro Di Maio
“Mi pare scontato che il governo fosse informato, è dimostrato dal fatto che tacque”. Così la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda sui documenti che Matteo Salvini ha riferito di avere sul caso Gregoretti.
“Il M5s e Di Maio, che ha annunciato ora il voto contro Salvini, ci devono spiegare: o hanno ragione oggi e quindi Salvini era un sequestratore di immigrati e quindi perché allora sono stati muti e Di Maio non ha detto una parola contro un collega sequestratore di immigrati?”, ha affermato Meloni.
“Oppure – ha concluso – Di Maio aveva ragione al tempo, Salvini non è un sequestratore di immigrati e allora oggi vota a favore per sanare conti personali. E le istituzioni non servono per sanare conti personali”.
Caso Gregoretti, la posizione di Italia Viva
“Leggeremo le carte e decideremo, senza isterismi e senza sventolare cappi e manette, come si fa nei paesi civili”. Così in un post su Facebook il capogruppo di Italia Viva in Senato Davide Faraone spiega la posizione del partito sulla vicenda della nave Gregoretti.
“Premetto – scrive Faraone – che Salvini, umanamente e politicamente, l’ho già condannato il giorno che sono salito a bordo della Diciotti e quando ho dormito all’addiaccio sul ponte della Sea Watch 3. Ho contestato con i fatti la sua politica, non con le chiacchiere. E premetto anche che da gennaio si tornerà a lavorare per far saltare i decreti ‘insicurezza’ voluti dall’ex ministro dell’interno”.
“Fatte queste dovute precisazioni, non capisco cosa ci sia di strano quando bisogna decidere se mandare a processo o meno un uomo nel dire: ‘approfondiremo, guarderemo le carte e poi decideremo’. Se dicessimo che tutto è già deciso, quando il procedimento è stato semplicemente incardinato in giunta per le autorizzazioni a procedere, vorrebbe dire che avremmo fatto coincidere il giudizio politico con quello giudiziario”, sottolinea Faraone.
“Noi – spiega il senatore – non usiamo le questioni giudiziarie a fini politici, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Oppure il garantismo vale per gli amici, mentre per gli avversari politici si diventa giustizialisti?”.
“Noi non ci chiamiamo Salvini, non siamo giustizialisti con i poveri cristi, spesso senza colpa, non diciamo ‘buttare la chiave’ quando vediamo portare via in manette Carola Rackete e non diventiamo improvvisamente garantisti quando i magistrati toccano i potenti come lui. Leggeremo le carte e decideremo, senza isterismi e senza sventolare cappi e manette, come si fa nei paesi civili”, conclude Faraone.