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Caso Diciotti finisce male per il Governo: la Cassazione impone di risarcire i migranti bloccati da Salvini

La Cassazione condanna il Governo a risarcire i migranti bloccati per giorni dall'allora ministro Salvini a bordo della nave Diciotti

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Si riapre il caso Diciotti. La Corte di Cassazione ha condannato il Governo a risarcire i migranti bloccati per giorni dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini a bordo della nave della guardia costiera che li aveva soccorsi in mare. Una vicenda simile a quella della Open Arms, per la quale il leader leghista venne indagato per sequestro di persona.

Caso Diciotti, la Cassazione condanna il Governo

Il Governo dovrà risarcire i migranti coinvolti nel caso Diciotti, risalente all’agosto 2018.

Nella mattinata di venerdì 7 marzo 2025 le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso presentato da un gruppo di migranti ai quali fu impedito dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini di sbarcare dalla nave Diciotti che li aveva soccorsi.

caso diciottiFonte foto: ANSA
L’infografica sul caso Diciotti, datata 25 agosto 2018

Nell’istanza, come riporta Ansa, si chiedeva la condanna del Governo italiano a risarcire i danni non patrimoniali provocati ai migranti dalla privazione della libertà.

La suprema corte ha dato ragione ai ricorrenti e condannato il Governo, rinviando alla Corte d’appello di Roma la quantificazione del danno da risarcire.

Governo dovrà risarcire i migranti: le motivazioni

Nella sentenza i giudici della Cassazione ricordano che “le operazioni di soccorso erano state di fatto assunte sotto la responsabilità di una autorità SAR italiana, la quale era tenuta in base alle norme convenzionali a portarle a termine, organizzando lo sbarco, nel più breve tempo ragionevolmente possibile”.

“Non può dubitarsi – continuano – che la mancata tempestiva indicazione del POS, unitamente alla decisione di non far scendere i 177 migranti per cinque giorni sebbene la nave fosse già ormeggiata nel porto di Catania, costituisca una chiara violazione della normativa internazionale”.

La Cassazione ha respinto la tesi del Governo che si sia trattato di un atto politico e quindi “sottratto al sindacato giurisdizionale”.

Secondo i giudici non si tratta di un “atto che attiene alla direzione suprema generale dello Stato considerato nella sua unità e nelle sue istituzioni fondamentali”.

Ma di un atto che “esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico, al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini”.

“L’obbligo del soccorso in mare – si legge ancora nella sentenza – corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”.

Il caso Diciotti e l’indagine sul ministro Salvini

È il  16 agosto 2018 quando la nave Ubaldo Diciotti della guardia costiera italiana soccorre 190 persone a bordo di un barcone alla deriva nel Canale di Sicilia.

Tredici perone in condizioni precarie vengono trasferite d’urgenza a Malta, la Diciotti con i restanti 177 migranti arriva al porto di Catania il 20 agosto.

L’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini ordina al comandante di non far scendere i migranti. L’autorizzazione allo sbarco arriva solo sei giorni dopo, il 26 agosto, dopo un lungo braccio di ferro.

Per la vicenda Diciotti, simile al caso Open Arms, Salvini venne indagato per sequestro di persona. La procura di Agrigento aprì un fascicolo sul caso, poi trasmesso al tribunale dei ministri di Palermo e poi a Catania.

La procura di Catania chiese l’archiviazione del procedimento ma il tribunale dei ministri etneo la respinse chiedendo al Senato l’autorizzazione a procedere.

A Palazzo Madama – erano i tempi del primo Governo Conte sostenuto da M5S e Lega – la giunta per le autorizzazioni a procedere votò contro. E il caso si chiuse.

Il commento di Giorgia Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni contesta la sentenza della Cassazione sul caso Diciotti, parlando di un “principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata”.

Il Governo dovrà risarcire, scrive su Facebook, “persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano”.

“Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante“, conclude.

La reazione di Antonio Tajani

Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, ha dichiarato – ripreso dall’Ansa – che “il dovere del Governo è difendere i confini nazionali, ma se tutti gli immigrati irregolari chiedessero un risarcimento così facciamo fallire le casse dello Stato. È una sentenza che non condivido, non ne condivido le basi giuridiche”.

Durissima la Lega: “Paghino i giudici”

La risposta più dura, dato il coinvolgimento di Salvini, arriva dalla Lega, attraverso una nota social dirompente: “Assurdo. Paghino questi giudici di tasca loro, se amano tanto i clandestini“.

Salvini contro la Cassazione

Dopo ore dalla sentenza, arriva anche la rabbiosa dichiarazione di Matteo Salvini, raccolta dall’Ansa a margine di un evento a Milano:

“Sentenza vergognosa perché mi sembra un’altra invasione di campo indebita. Se c’è qualche giudice che ama così tanto i clandestini, li accolga un po’ a casa sua e li mantenga. Chissà, se di fronte allo splendido palazzo della Cassazione allestissero un bel campo rom e un bel centro profughi, magari qualcuno cambierebbe idea…”.

diciotti-migranti-cassazione-risarcimento Fonte foto: ANSA
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