Burioni contro tutti: 5 tweet per 5 polemiche del virologo sui social
Sul social dei cinguettii, il virologo e immunologo è una macchina da guerra. Burioni contro tutti: 5 tweet per 5 polemiche del virologo sui social
Il Covid è stato – anche – una rivoluzione comunicativa: personaggi che, prima del marzo 2020, neanche esistevano nella loro dimensione pubblica, oggi sono una presenza costante in televisione e sulle pagine dei giornali. A fare notizia, insieme fortunatamente alle opinioni, sono anche i toni. Ad esempio si parla molto di liti – magari in diretta, magari con un esponente politico di rilievo – o di un post capace di sollevare un polverone.
Le piattaforme di social networking sono un terreno particolarmente scivoloso per comunicatori, che, come si notava poco prima, sono entrati nella pubblica arena soltanto di recente. Si tratta, soprattutto, di virologi, il cui parere non è mai stato così necessario e attuale: a chi, come Franco Locatelli o Silvio Brusaferro, utilizza toni generalmente pacati, corrispondono personalità più volte finite nella bufera. Burioni, che in verità era già noto prima del coronavirus, appartiene decisamente alla seconda categoria.
Virologo e immunologo, Roberto Burioni è professore di Virologia all’Università “San Raffaele” di Milano e medico dell’ospedale “San Raffaele” di Milano. È anche direttore scientifico di “Medical Facts”, portale di informazione sulla salute, e autore di diverse pubblicazioni. “Virus, la grande sfida. Dal coronavirus alla peste: come la scienza può salvare l’umanità”, è uscito con un tempismo impeccabile: il 10 marzo 2020, 24 ore dopo la decisione dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte di mettere tutta l’Italia in quarantena.
Molto del contributo di Burioni al dibattito pubblico arriva via Twitter. Quasi ogni suo cinguettio viene ripreso dai giornali e si propaga in una raffica di like, condivisioni, risposte polemiche e attestati di stima. Più volte, nell’adoperare un linguaggio spigoloso, Burioni ha provocato un contraccolpo forse più violento di quanto si aspettasse: naturalmente, è impossibile immaginare se questi post, subito cancellati, siano una precisa scelta comunicativa – che, quantomeno, ha l’effetto di far rimanere al centro del dibattito l’esperto di immunologia – o delle gaffe agevolate da una tendenza all’andare sul pesante.
Nel dubbio, ecco i 5 tweet più discussi del virologo star della tv. Sarà quindi il lettore a giudicare.
1 – Burioni calcistico
In Italia l’appartenenza calcistica è quasi uno dei “segni particolari” da mettere sulla carta d’identità. La preferenza per una squadra è un fatto noto dei personaggi pubblici e sono davvero in pochi a ignorare il fatto che Roberto Burioni sia un laziale sfegatato. Chi si era interessato in tempi non sospetti alle inclinazioni sportive del docente del San Raffaele, ricorderà sicuramente questo tweet:
“Meglio il Covid della Roma”
Naturalmente si è trattato di una battuta, che gli utenti, molti dei quali chiusi in zona rossa – era infatti il 14 dicembre del 2020 – non hanno però trovato per nulla divertente.
2 – Il post sulle “donne brutte”
Questo post c’entra davvero poco con il personaggio pubblico Burioni, ma, se si è un vip, è nelle regole del gioco di dover ricevere un’attenzione sproporzionata per qualsiasi opinione, non soltanto quelle che afferiscono al proprio campo di competenza. Nel settembre 2018, il medico del “San Raffaele” scriveva così in risposta a un articolo di Vanity Fair:
“Quando in giro vedo una donna brutta la guardo sempre con attenzione. Nel 99,9% dei casi mi rendo conto che se si curasse, se dimagrisse e via dicendo non diventerebbe bella, ma certo di aspetto non sgradevole. Una volta che si è non sgradevoli la partita è aperta. Fidatevi”.
Tra i commenti degli immancabili no vax, nemici giurati di Burioni già nel 2018, c’è chi ha sottolineato la mancanza di “democraticità” del professore, chi lo ha accusato di sessismo e chi semplicemente lo ha apostrofato con ironia: “I consigli di seduzione di Burioni non ce li meritavamo però”. Naturalmente, gran parte delle obiezioni vertono sul fatto che non si capisce come mai il gusto estetico di Burioni debba essere una cartina tornasole sulla quale misurare gradevolezza, alla vista, di una donna.
3 – Le pause dai social di Burioni
A marzo di quest’anno Burioni inaugurava una vacanza dai social. Una decisione che sembrava dover mettere in standby una macchina da più di 303mila followers (dati aggiornati a oggi).
“Mi prendo qualche giorno di pausa. A presto”
“Qualche giorno” è durato in realtà solo poche ore, quando il silenzio stampa è stato subito interrotto da un commento sui risultati di Pfizer relativi al vaccino negli adolescenti. Forse si è trattato di una notizia così importante che, per il virologo, è stato impossibile non rilanciarla. Oppure Burioni davvero non sa resistere alle fanfare del suo campo da gioco (e di scontro) principale.
4 – Burioni vs no vax
La faida tra l’ordinario del “San Raffaele” e i no vax è antica quanto la presenza del primo sui social network. Da parte dei secondi, non mancano offese e aggressioni verbali. D’altra parte, lo stesso Burioni non è uno che “guarda e passa”. Gli epiteti, tutt’altro che lusinghieri, insomma, volano da entrambe le parti. In un tweet che ha fatto notizia, ad esempio, gli antivaccinisti venivano apostrofati così dal virologo:
“No vax pagliacci in tutto il mondo”
Il commento, in allegato a un video riproposto sui social da Burioni conteneva il tentativo, ovviamente fallito, di un’infermiera no vax dell’Ohio di dimostrare il magnetismo indotto dai vaccini.
4 – Burioni vs no vax – Parte 2. Burioni tira troppo la corda e fa dietrofront
È l’ultima delle polemiche scatenate dall’esperto, che da questo punto di vista sembra davvero non imparare mai (o, più semplicemente, farlo apposta).
“Propongo una colletta per pagare ai no vax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci”
Il paragone, come prevedibile, non è andato giù a tutti. L’uscita di Burioni ha provocato la risposta del Codacons, che ha denunciato il dottore per le dichiarazioni contro chi sceglie di non vaccinarsi contro il Covid. L’attacco è arrivato anche da Giorgia Meloni, che è fortemente contraria all’obbligo vaccinale.
Le reazioni sono state così violente che l’immunologo si è deciso a scusarsi: “Il mio era un tweet ironico, ma io ho dimenticato che Twitter non è il luogo dell’ironia (e dell’autoironia). Colpa mia comunque”. Così ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. Per quanto le scuse siano arrivate, si è pur sempre trattato di scuse a metà. Che sembrerebbero lasciare il campo libero a scontri futuri. E chissà che il virologo non stia affilando le lame proprio in queste ore.