Brindisi, replica fiume alle critiche: "L'intervista a Lavrov è una medaglia, inviterei anche Putin"
Giuseppe Brindisi controreplica alle critiche scatenatasi dopo l'intervista di Lavrov a Zona Bianca
Giuseppe Brindisi, giornalista e conduttore del talk show Zona Bianca, replica alle roventi polemiche dopo l’intervista al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Sulla vicenda si è pronunciato con esternazioni dure persino il premier Mario Draghi. Su Brindisi si è abbattuta una bufera mediatica poderosa, che lo ha accusato di essere stato troppo accondiscendete con il ministro del Cremlino. “Un comizio, non un’intervista con contraddittorio” hanno ringhiato in molti, anche tra gli esponenti di spicco della politica (oltre a Draghi anche Matteo Renzi ed Enrico Letta hanno puntato il dito contro il giornalista di Rete Quattro).
Brindisi risponde alle critiche dopo l’intervista a Lavrov: “Il mio mestiere non è dichiarare guerra alla Russia”
“Non vedo davvero di cosa mi si possa accusare realmente al di là di un certo tipo di propaganda”. Così all’Adnkronos Brindisi che ha aggiunto: “L’intervista a Lavrov è ovviamente uno scoop, senza se e senza ma. Sarei stato anch’io invidioso di chiunque avesse portato Lavrov in televisione. Detto ciò, io credo da giornalista di aver fatto il mio mestiere, perché il mio mestiere non è quello di dichiarare guerra alla Russia, ma di portare a casa il maggior numero di notizie, e alla fine dei 40 minuti di intervista mi sembra di averne portate un bel po’ e anche importanti”.
Brindisi ha elencato l’altra accusa che gli è stata mossa, ossia quella che lo ha ritenuto troppo morbido nel corso dell’intervista. Innanzitutto ha ricordato che non si sta “parlando del sindaco di qualche paesino ma del ministro degli Esteri russi, praticamente del braccio destro di Putin, verso il quale c’è un dovere di ospitalità”. “Quindi – ha aggiunto – devo dirgli buongiorno, benvenuto, e alla fine devo anche salutarlo, perché poi c’è anche la polemica sul mio ‘buon lavoro’ messo alla prova”.
E ancora: “Premesso ciò, io ho due possibilità: posso fare il cavaliere senza macchia e senza paura che dice a Lavrov ‘brutto str..zo che cosa stai combinando’, e sicuramente Lavrov si alza e se ne va e non ho portato niente a casa. Il mio interesse è invece portare qualcosa a casa e cerco l’approccio il più possibile neutro che mi porti ad avere le notizie“.
Brindisi ha così sostenuto che il suo modo di agire non deve essere letto come sinonimo di accondiscendenza. Ha poi sottolineato che durante l’intervista ha “più volte detto, ad esempio, che quella era la sua visione”, quella “che hanno loro in Russia e che è diversa da quella che abbiamo noi in Italia”.
Brindisi ha inoltre rimarcato che in diversi frangenti si è inserito nei discorsi di Lavrov, ad esempio quando “su Bucha loro hanno detto che si tratta di messinscene e fake news“. In particolare il giornalista ha evidenziato che al braccio destro di Putin ha fatto notare che il video della Cnn di due giorni fa dimostra che i soldati russi erano per le vie di Bucha fra i cadaveri, “e lui mi ha risposto che non è vero”. “Io – ha proseguito il conduttore di Zona Bianca – per quale motivo dovrei dire ‘brutto stro…o’? Cosa deve venir fuori dall’intervista, l’idea di Giuseppe Brindisi o l’opinione di Lavrov? Il mio interesse è far venire fuori la sua opinione stimolata dalla mia”.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov
Brindisi ha poi commentato il passaggio più criticato dell’intervista a Lavrov, quella in cui il ministro russo si è avventurato in un ‘fantascientifico’ discorso sulle origini di Hitler. “Un altro esempio, che poi è quello che fa scatenare il casino – ha spiegato Brindisi -, è quando io gli dico che stanno facendo questa guerra in nome di una denazificazione di un Paese che ha come presidente un ebreo, e già lì lui si spazientisce”.
“Io – sempre Brindisi – vado più in là e dico: ‘Ma si può denazificare un Paese per colpa di qualche migliaio di presunti nazisti mentre ci sono 44 milioni di ucraini che nazisti non sono?’. E lui lì sbrocca e dice la storia di Hitler e degli ebrei. Ora, dopo avergli fatto dire tutto questo io che cosa devo dirgli di più per dimostrare di avere le spalle larghe, di essere senza macchia e senza paura, per dimostrare che non sto facendo l’intervista accondiscendente? Non l’ho fatta”.
Il giornalista ha quindi ribadito di aver contraddetto il Lavrov, per poi passare a commentare un altro passaggio parecchio criticato dell’intervista, quello dei saluti al ministro: “Alla fine gli ho detto ‘buon lavoro’ nel senso che gli dico ‘buon lavoro per la pace’, ‘cerchiamo di raggiungere la pace’, perché se poi si tronca il ‘buon lavoro’ senza la parte successiva della frase è una scorrettezza. Ma dico di più. Se io sono il padrone di casa e ospito il ministro degli Esteri russo, è mio compito utilizzare un galateo, non posso digli ‘brutto str…zo vieni qua’ oppure ‘adesso hai rotto te ne puoi andare’, si usa una certa educazione”.
Intervista a Lavrov, Brindisi controreplica ai politici italiani: “Letta? Se avrà fortuna fra sei mesi dovrà stringerà la mano ‘all’abisso'”
Brindisi ha poi risposto in modo piccato ad alcuni politici che lo hanno biasimato: “Ora, a Enrico letta che mi fa il tweet scrivendo ‘l’abisso’, dico che se avrà fortuna si troverà fra sei mesi, un anno, due anni a stringere la mano a quello che considera ‘l’abisso’. Come lo chiamerà? Gli dirà ‘sei un mostro non ti voglio parlare’? Questo è uno dei più importanti politici del mondo, cosa dovevo usare, il gergo di Di Maio, fare l’errore che ha fatto di Maio chiamandolo ‘animale’? No, no”.
Secondo il conduttore di Rete Quattro, laddove fosse stato censurato Lavrov, ci si sarebbe trovati innanzi a una situazione di censura, proprio come accade in Russia. Quindi un altro affondo sui politici: “Se io fossi fra i politici italiani mi interrogherei, invece, sul perché Lavrov ha detto che si aspettava una linea politica diversa dai politici italiani. Come mai se l’aspettava? Che cosa gli avevano fatto credere i politici italiani? Questo mi sembra molto più interessante delle polemiche sulla censura che io non farò mai”.
“Se potessi – ha aggiunto Brindisi all’AdnKronos – inviterei di nuovo Lavrov non domani mattina, ma anche stasera. Tutta la vita. Se posso lo faccio rivenire. Se posso io cerco di avere Putin. Ma che mestiere facciamo? Tutte le anime candide anche fra noi colleghi…., cioè, riesci a contattare Lavrov e poi dici ‘mannaggia, però questo è un demonio, un mostro, non gliela faccio l’intervista?’. Ma in quale mondo? Se vogliamo prenderci in giro, ci prendiamo in giro, se no no”.
E ancora: “Io la faccio stasera l’intervista. Non c’è ombra di dubbio. E il ministro degli Esteri russo, cioè uno degli uomini che ha in mano le chiavi della guerra ma ha anche le chiavi della pace del mondo. Ma stiamo scherzando? Ripeto, cosa avrei potuto fare?”
Brindisi ha poi ricordato che nelle scorse settimane ha dato voce alla Vereschuc, vicepremier di Zelensky, al sindaco di Bucha, all’ex presidente ucraino Poroshenko, a Klitschko, sindaco Di Kiev, per dimostrare vicinanza al popolo ucraino: “Noi in Mediaset siamo l’unico talkshow chiaramente schierato, non abbiamo ‘dubbisti’, non abbiamo ‘complessisti’, non siamo negazionisti, noi siamo a favore dell’Ucraina”.
“E dirò di più. Il fatto che Lavrov abbia scelto di venire da noi per me è una medaglia, perché Lavrov non è che non sa chi siamo no. Si può immaginare che Lavrov decide di andare in un posto del quale non conosca vita morte e miracoli? Noi non abbiamo da farci perdonare nulla, né come gruppo Mediaset né come testata VideoNews e né come testata ‘Zona Bianca’, e per fortuna c’è l’azienda che ci appoggia totalmente”, ha concluso il giornalista.