Franco Battiato, il ricordo commosso di Pippo Baudo
La testimonianza del conduttore conterraneo del cantautore siciliano
A pochi giorni dalla morte del cantautore siciliano Franco Battiato è ancora viva la memoria di uno dei più grandi innovatori della scena musicale italiana e del contributo culturale che ha dato al Paese. A rendere omaggio al poliedrico artista di Jonia, in un’intervista a Repubblica, il suo conterraneo Pippo Baudo, tra le persone a lui più legate.
“Gli ho voluto bene, Franco era una persona speciale e un poeta” racconta l’84enne conduttore di Militello in Val di Catania, a pochi chilometri dal paese di nascita del cantautore, sfogliando l’album dei ricordi condivisi “con un artista unico. Perché come Battiato non c’è stato nessuno e non ci sarà più nessuno”.
A cominciare dal momento in cui i due si sono conosciuti: “Una vita fa. Prima che iniziasse a cantare. Si parlava tanto di Franco a Catania, della sua originalità, mi incuriosiva. Lui era di Riposto. Aveva iniziato con Giusto Pio a scrivere quelle canzoni originali. Con Manlio Sgalambro poi ha continuato la sua vita artistica” .
“Aveva vissuto un periodo a Catania, in una strada del centro, via dei Crociferi, in un palazzo barocco, bellissimo. L’appartamento era al primo piano, tutti suonavano, salivano e lo andavano a trovare. Quindi si era trasferito a Milo – prosegue il suo racconto Baudo – il paese più in alto, vicino all’Etna, Franco era affascinato dal vulcano. Il panorama è pazzesco, abbraccia le isole Eolie, la vista toglie il fiato. Aveva comprato un palmento e l’aveva trasformato in in stile orientale, aveva fatto montare delle tende bianche.”
Il conduttore siciliano testimonia anche il rapporto tra Battiato e un altro gigante della musica italiana come Lucio Dalla: “Con i racconti che gli aveva fatto del suo paradiso, aveva incantato Lucio. Anche lui si era innamorato di quel luogo magico e della Sicilia. In questo momento mi piace immaginarli insieme, non so dove, mentre cantano. Che canzoni meravigliose ha scritto..”
A proposito di canzoni, nella sua intervista Pippo Baudo svela qual è la sua preferita nel repertorio dell’amico: “Ascolterei La cura dieci volte al giorno. Nella sua musica si fondevano tante anime: quella siciliana, fatta di suoni antichi, e internazionale, araba”.
E infine rivela il carattere di Battiato, dal punto di vista di chi lo conosceva da vicino: “Era dolce. Avevo cercato di coinvolgerlo quando dirigevo il Teatro Stabile di Catania. Ricordo la mamma, a cui era legatissimo, che ci cucinava gli spaghetti col pomodoro e il basilico. Semplici, squisiti. Parlavamo di tante cose. A un certo punto mi fa: ‘Togliamo le sedie, facciamo uno spettacolo senza il pubblico, solo con gli attori che recitano?’. ‘Ma è una pazzia’. “Appunto’, sorrise”.