Battaglia nel Donbass, cosa aspettarsi dalla seconda fase della guerra in Ucraina: le richieste di Putin
Dopo lo spostamento massiccio delle truppe di Mosca nell'area Est dell'Ucraina, ora i timori sono legati alle reali volontà del capo del Cremlino
Nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 aprile ha avuto inizio l’offensiva russa nel Donbass. La notizia è stata anticipata dal Pentagono e, successivamente, è stata riportata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il leader di Kiev, infatti, sul suo account Telegram ha scritto: “Possiamo ora affermare che le truppe russe hanno iniziato la battaglia per il Donbass, per la quale si stavano preparando da tempo. La maggior parte dell’esercito di Mosca è ormai consacrata a questa offensiva”.
Il post del presidente ucraino proseguiva: “Non importa quanti soldati i russi hanno portato, noi combatteremo e ci difenderemo. Sono grato a tutti i nostri soldati, a tutte le nostre città eroiche, a Mariupol, così come alle città della regione di Kharkiv che difendono il destino di tutta l’Ucraina, frenando le forze degli invasori”.
Ma cosa comporta l’ingresso nella cosiddetta seconda fase del conflitto e cosa bisogna aspettarsi dal concentramento delle truppe russe nel Donbass?
- Seconda fase della guerra in Ucraina, perchè è iniziata ora
- Offensiva nel Donbass, cosa sta succedendo
- Truppe russe concentrate a Est: cosa attendersi da Vladimir Putin?
Seconda fase della guerra in Ucraina, perchè è iniziata ora
La prima fase del conflitto si è conclusa negli ultimi giorni di marzo, quando le truppe che fanno capo a Mosca si sono ritirate dalla regione di Kiev e dalle aree limitrofe. E’ stata portata a termine dal Cremlino con molte più difficoltà di quante ne fossero state preventivate.
Concepita come un blitz rapido volto a destituire il governo in carica, è fallita in modo catastrofico a causa soprattutto della disorganizzazione dell’esercito russo, della strenua resistenza delle truppe di Zelensky e dei problemi di logistica che si sono manifestati con la colonna di veicoli lunga oltre 60 chilometri rimasta per giorni bloccata alle porte della capitale ucraina.
Offensiva nel Donbass, cosa sta succedendo
In merito all’offensiva russa nel Donbass, il governatore ucraino della regione di Lugansk, Sergei Gaidai, ha dichiarato: “È un inferno“. Dopo la morte di quattro civili a Kreminna, città recentemente espugnata dai russi, i combattimenti stanno proseguendo anche nelle aree di Rubizhne, Popasna, Zolote, Kramatorsk, Lysychansk, Severodonetsk e Kharkiv, tutte situate nell’Est del Paese.
Per contrastare le operazioni militari russe nella parte orientale dell’Ucraina, inoltre, il presidente Zelensky ha chiesto all’Occidente l’invio di nuove armi, descrivendo ogni ritardo nelle forniture come un “permesso a Mosca per uccidere”. In particolare, il leader di Kiev ha denunciato: “Circa 5mila bambini sono stati deportati dalla regione di Mariupol in Russia”.
Nella stessa Mariupol, centinaia di civili tra i quali donne, bambini e anziani si sono rifugiati nell’acciaieria Azovstal insieme alle ultime forze militari della resistenza ucraina, incluso il battaglione nazionalista Azov.
Truppe russe concentrate a Est: cosa attendersi da Vladimir Putin?
A quanto si apprende, al momento, l’esercito di Mosca sta tentando di spezzare la resistenza ucraina effettuando bombardamenti non solo nelle città del Donbass, ma anche in aree occidentali del Paese, come ad esempio Leopoli, ad oggi rimasta più isolata (anche se non immune dai bombardamenti) vista la vicinanza con il confine europeo.
Secondo quanto riportato da diversi analisti internazionali ed esperti di geopolitica, la seconda fase del conflitto non terminerà fino a quando Vladimir Putin non avrà ottenuto un riconoscimento internazionale sull’annessione alla Russia dei territori orientali ucraini.