Banda del peperoncino: "Gli avvocati si faranno una risata"
La notte dell'8 dicembre il colpo più grave: morirono 6 persone
Il 22enne Moez Akari, sospettato di 25 furti messi a segno in un mese e mezzo dopo la strage di Corinaldo, sarebbe il “maestro del gas” della banda delle discoteche. Avrebbe ottenuto il titolo dagli altri membri della gang grazie alla sua abilità con lo spray al peperoncino. Agli investigatori, riporta il Corriere della Sera, avrebbe dichiarato: “Io non c’entro nulla, il mio avvocato si metterà a ridere quando leggerà gli atti”.
“C’ero, ma è stato l’altro gruppo a fare la cosa” si sarebbe difeso riferendosi alla tragedia della discoteca in cui si esibiva il trapper Sfera Ebbasta. Quella notte morirono 6 persone: cinque adolescenti e una madre. Gianluca Scalera, il legale di Moez Akari ha dichiarato al quotidiano: “Non c’è la prova che il gruppo di Akari abbia usato lo spray, ma il giudice ha ritenuto che, visti i precedenti, ci sia stato un concorso”.
I precedenti sarebbero i vari colpi della banda. La breve ma intensa attività criminale del 22enne lo avrebbe fatto diventare in poco tempo un punto di riferimento per gli altri ragazzi, quasi indispensabile nell’organizzazione delle spedizioni per ripulire i locali di mezza Italia. Nell’ordinanza del gip si legge: “Moez Akari collaborava nella scelta dei luoghi, gestiva i contatti con il ricettatore, si occupava di strappare e occultare i monili. Commetteva anche furti nei negozi e truffe“.
E poi le minacce e le vessazioni. Come quelle ai danni di Paolo Attili, un signore costretto ad accompagnare la banda con la sua macchina nelle varie missioni. L’uomo avrebbe sporto denuncia, decidendo addirittura di rifugiarsi altrove per evitare la banda. Moez Akari faceva parte del gruppo di Andrea “Cava” Cavallari, originari di Bomporto (Modena), un piccolo centro di 10mila abitanti tra i fiumi Secchia e Panaro.
Intervistati dal Corriere della Sera, gli abitanti del posto non hanno speso belle parole per il Cava: “Andrea Cavallari? Eh, sempre stato un po’ così. Quando c’è lui bisogna stare attenti” e ancora “Rubava in casa, figuriamoci fuori”. Una persona ascoltata dal quotidiano ha anche descritto le modalità con cui il ragazzo metteva a segno scippi e rapine: “Andava in giro con Souhaib. Uno distraeva le vecchiette, l’altro le derubava”.
Souhaib Haddada è un altro ventenne di Bomporto. Anche lui è stato arrestato per la tragedia di Corinaldo. Fermato a Cervia, dove si trovava in vacanza, è stato portato nel carcere di Ravenna. Dalle prime indiscrezioni, parrebbe che il ragazzo seguirà la linea difensiva del suo compagno di scorribande: sono stati gli altri. Souhaib Haddada, di origini marocchine ma cresciuto in Italia, sarebbe il più violento della banda.
Tra gli altri profili emersi grazie all’indagine del Corriere della Sera, anche quello di Raffaele Mormone, l’uomo dello “spray dei cani“, più potente degli altri, quello che “ti ammazza“. Originario di San Cesario sul Panaro (Modena), sarebbe coinvolto in 33 furti commessi da ottobre e farebbe parte dell’altro gruppo della stessa banda, quello che Moez Akari reputa responsabile della vicenda del Lanterna Azzurra Clubbing.
A capo di questa parte della compagine, Ugo Di Porto, figlio di un boss vicino al Clan dei Casalesi. Il ragazzo detiene il recordo assoluto di colpi, 40, anche se molti sono ancora da accertare. Pierfrancesco Rossi, il legale di Raffaele Mormone e Ugo Di Porto, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla loro linea difensiva, aspettando l’interrogatorio del gip. A chiudere il cerchio, Badr Amouiyah, difeso da un altro legale: “Il mio cliente riconosce di essere andato lì con gli altri ma dice di non aver usato la bomboletta“.