Strage in discoteca a Corinaldo, chi sono i membri della banda
Sette persone sono state arrestate in relazione alla strage dello scorso 8 dicembre alla discoteca Lanterna Azzurra. Ecco come avvenivano i colpi
Sette persone sono state arrestate in relazione alla strage avvenuta lo scorso 8 dicembre alla discoteca Lanterna Azzurra, a Corinaldo, durante il concerto di Sfera Ebbasta. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, cinque sono italiani, uno è marocchino, uno tunisino; abitano tutti nel Modenese.
Gang dello spray al peperoncino, la dinamica dei furti
Stando a quanto riferisce Il Corriere, ognuno dei giovani componenti del gruppo aveva un ruolo: Ugo spruzzava lo spray al peperoncino, Andrea e Moez approfittavano della confusione per arraffare collane, bracciali e altri oggetti di valore; Raffaele invece nascondeva la refurtiva, e aveva anche la responsabilità di scegliere i locali dove effettuare il colpo. Quasi tutti avrebbero già dei precedenti legati alla droga, ai furti e a reati contro il patrimonio.
Strage al concerto di Sfera Ebbasta, le intercettazioni
La notte della strage alla Lanterna Azzurra, i giovani criminali erano riusciti a rubare sei catenine. Ma l’obiettivo era derubare Sfera Ebbasta, di cui erano fan. Il Corriere riporta alcune intercettazioni: “La collana, quella con la chitarra fra, Badr lì se non era stato per i morti te lo giuro… gliela faceva, lo guardava in un modo”.
Ma la madre di Badr, marocchina in Italia da vent’anni, sostiene che il figlio sia innocente: “Badr è un fan di quella m… di cantante ma non è un ladro e nemmeno un assassino”, ha dichiarato. “Quella sera Badr è tornato sconvolto per quel che era successo ma lui non c’entra, ne sono sicura. Mio figlio è un lavoratore, una persona seria, ha sudato in fonderia e adesso va a scuola e lavora da parrucchiere. Un ladro non fa certi lavori”.
Lanterna Azzurra, la refurtiva rivenduta al “compro oro”
Andrea Balugani, 65 anni, è il titolare del “compro oro” dove venivano rivenduti i gioielli rubati durante i concerti. L’uomo ha smentito i legami con la gang: “Banda? Associazione? Ma state scherzando… io non c’entro nulla”, ha dichiarato, come riporta Il Corriere. Da quanto è emerso, lui non partecipava attivamente ai colpi della banda, ma per l’accusa rivendeva la refurtiva “a un prezzo di gran lunga inferiore a quello di mercato e, così, si assicurava un illecito profitto“.