App Immuni, il destino dei dati e cosa succede se non si scarica
Il via libera del Consiglio dei ministri al dl Bonafede che include misure legate alla tutela della privacy
Poco dopo la mezzanotte di giovedì 30 aprile è arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto Bonafede, che include misure sull’ordinamento penitenziario ma anche misure legate alla tutela della privacy in relazione alla app Immuni. Su quest’ultima parte, hanno spiegato fonti del governo riprese dall’Ansa, sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza del provvedimento circolata nel pomeriggio precedente.
In sostanza, il governo ha deciso di non rendere l’app obbligatoria. Il mancato utilizzo di Immuni, quindi, non comporterà alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali.
Inoltre, i dati personali raccolti saranno esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell’applicazione di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al coronavirus, nonché ad agevolare l’eventuale adozione di misure di assistenza sanitaria in favore degli stessi soggetti.
La piattaforma per la app Immuni, ha sottolineato il Cdm in una nota, sarà “realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o società a totale partecipazione pubblica”.
L’uso della app e il trattamento dei dati personali saranno interrotti alla data di cessazione dello stato di emergenza (ad oggi fissata al 31 luglio), e comunque non oltre il 31 dicembre 2020. Giorno entro cui tutti “i dati personali saranno cancellati o resi anonimi“, conclude la nota del governo.
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