Alberto Stasi prova uno "tsunami di emozioni" e spera "emerga la verità", l'intervista a Le Iene
Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi, a Le Iene ha raccontato le sue giornate in carcere
Ora che c’è un nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, Alberto Stasi prova “uno tsunami di emozioni”. L’uomo è stato condannato in via definitiva a 16 anni per l’assassinio della ragazza. In un’intervista a Le Iene ha raccontato le sue giornate in carcere e cosa pensa di Andrea Sempio.
- L'intervista di Alberto Stasi a Le Iene
- La vita in carcere di Stasi
- La reazione della famiglia Poggi
L’intervista di Alberto Stasi a Le Iene
“Mi auguro che si possa arrivare alla verità, alla giustizia, per Chiara soprattutto – ha detto Stasi in un’intervista a Le Iene che andrà in onda domani – per la sua famiglia, per tutti quanti. Vivo con fiduciosa attesa, con speranza”.
“Quello che ho in cuore – ha aggiunto – è che salti fuori la verità, che venga alla luce tutto quello che deve emergere, che non è ancora emerso. Nient’altro”.

Alberto Stasi
Alberto Stasi ha affermato che, ora che c’è un nuovo indagato, Andrea Sempio, “prova uno tsunami di emozioni“.
Poi ha spiegato: “Non ci conosciamo, non l’ho mai visto se non adesso, ovviamente, e nel 2017″. Sempio “era un amico del fratello e quindi, anche da un punto di vista di età, insomma, totalmente estraneo alla mia cerchia di amicizie e di conoscenze, quindi mai visto, mai sentito” ha detto Stasi, detenuto nel carcere milanese di Bollate, e ammesso al lavoro esterno.
Alberto Stasi ha sottolineato di essere “sempre assolutamente garantista” ma allo stesso tempo di essere “convinto che non si debba mai avere paura della verità e che quindi non ci sia motivo di sottrarsi a nessun tipo di accertamento della verità”.
L’affermazione fa riferimento al fatto che Sempio non aveva dato il consenso al prelievo del proprio dna, cosa per cui è stato disposto il prelievo coatto.
Sul profilo genetico del materiale trovato sotto le unghie di Chiara ha spiegato che con il suo dna “è stato comparato e non è risultato quello. Quindi evidentemente se è stata fatta una comparazione penso che si possa fare una comparazione. Non avrebbe senso richiedere una comparazione se non fosse in radice non comparabile”.
La vita in carcere di Stasi
A Le Iene, Stasi ha raccontato anche che tra pochi mesi potrebbe chiedere “l’affidamento in prova e tornare finalmente a casa”.
La sua giornata tipo intanto inizia con l’uscire la mattina, andare in ufficio, “pausa pranzo, colleghi, lavoro e poi rientro alla sera”.
Per quanto riguarda il lavoro all’esterno del carcere, Stasi ha spiegato che “ci sono dei termini di legge decorsi i quali tu hai il diritto a chiedere di poter andare a lavorare all’esterno, e quindi iniziare a reinserirti nel mondo del lavoro. Non è ovviamente scontato, dipende dalla condotta della persona, nel mio caso non ci sono state mai particolari problematiche, però è un diritto a chiedere, non a ricevere”.
Il lavoro che svolge ha ammesso che gli piace e ha sottolineato poi che “i colleghi soprattutto sono molto simpatici. Ovviamente ho degli orari, delle prescrizioni che riguardano i mezzi da impiegare per andare al lavoro, la strada da fare, la pausa pranzo, quindi è tutto regolamentato nei dettagli, anche per le persone che posso frequentare durante l’orario di lavoro”.
Anche i rapporti con gli altri detenuti sono “assolutamente cordiali. Secondo me si crea un po’ di ‘cameratismo‘: persone, innanzitutto, che si trovano nella tua stessa situazione per motivi diversi, certo, ma comunque nello stesso contesto. È difficile quindi che non si vada eccessivamente d’accordo. È un contesto molto più umano di quello che si può pensare”.
Infine Stasi guarda al futuro fuori dal carcere in maniera positiva. “Ho progetti molto semplici – ha detto a Le Iene – proprio da Mulino Bianco! Io vorrei una famiglia classica, quello che cerco è la tranquillità, ed è quello che poi alla fine ho sempre desiderato. Quindi sogni piccoli. Però per me è importante”.
La reazione della famiglia Poggi
Le parole di Alberto Stasi negli ultimi giorni riguardo al nuovo indagato per il caso del delitto di Garlasco hanno provocato la reazione della famiglia Poggi.
“Vorremmo ricordare al mondo che lui è un detenuto condannato in via definitiva, una sentenza che tra l’altro ha provato a ribaltare più volte con revisioni e ricorsi senza riuscirci”, hanno detto al Corriere della Sera i genitori di Chiara Poggi, Rita e Giuseppe.
“Siamo molto amareggiati – hanno aggiunto – e non ci sembra né giusto né opportuno che questo signore se ne esca con le dichiarazioni che abbiamo sentito in questi giorni, che rilasci interviste per dirsi innocente o che parli facendo insinuazioni sul dna di Sempio”.
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