Afghanistan, annuncio dei talebani: "La musica è proibita". Il motivo
Uno dei portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato che la musica in Afghanistan tornerà a essere proibita come fino a 20 anni fa
Il ritorno al potere dei talebani ha rimesso in ginocchio l’Afghanistan, che negli ultimi 20 anni aveva provato a riconquistare piano piano alcune delle libertà negate dagli estremisti. Il portavoce Zabihullah Mujahid, tra le altre cose, ha infatti dichiarato che la musica sarà proibita. Ma qual è il motivo?
Afghanistan, annuncio dei talebani: “La musica è proibita”. Il motivo
Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha dichiarato ai media anglosassoni che la musica sarà proibita perché “contraria all’Islam”
L’unica concessione di Mujahid, stando a quanto riporta il New York Times, è che questa volta la regola del silenzio dovrebbe essere imposta con la persuasione, non con la violenza.
“La musica è proibita nell’Islam – ha spiegato -, ma speriamo di poter persuadere le persone a non fare queste cose invece di esercitare pressioni”.
Afghanistan, musica vietata come fino a 20 anni fa
Prima dell’arrivo degli eserciti occidentali, in Afghanistan radio e tv erano state musicalmente silenziate, canti musulmani a parte.
Lo ha ricordato il Daily Telegraph, spiegando che le musicassette allora in circolazione venivano regolarmente confiscate come fossero “sterco del demonio”, sviscerate dai nastri e poi appese semidistrutte agli alberi a mo’ di gesto ammonitore.
Vent’anni dopo, però, i talebani si dicono di fatto cambiati: “Noi oggi vogliamo costruire il futuro e dimenticare ciò che è successo nel passato“.
Per esempio, a parole, hanno ribadito la promessa di consentire alle donne “di andare a scuola, in ufficio, all’università o in ospedale”, ma anche di non ripristinare l’obbligo d’essere accompagnate da un maschio guardiano.
Sui collaborazionisti degli occidentali, invece, “ciò che abbiamo detto è che non sono autorizzati a partire coloro che non abbiano documenti validi. Servono passaporti e visti per imbarcarsi su un aereo, a chi li avrà non chiederemo dove vogliono andare o cosa facessero prima”.