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Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile querelano un utente per un post sui social: cos'ha scritto

A diffamare Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sarebbe stato un utente che ha commentato un post su Instagram

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Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile hanno presentato una querela contro un utente social per il reato di diffamazione. Le due donne hanno depositato una denuncia chiedendo ai magistrati di identificare un utente che, commentando il post su Instagram di un locale da loro frequentato, le avrebbe calunniate. Nel commento l’utente avrebbe accusato il locale di “riciclare il denaro rubato” da due “fantomatiche commercianti”. Un commento che, secondo Wanna Marchi e Stefania Nobile, sarebbe gravemente diffamatorio nei loro confronti.

Wanna Marchi: “Abbiamo scontato la nostra pena”

“Abbiamo da tempo interamente scontato la pena inflittaci dalla giustizia italiana al termine di un processo di vasta risonanza mediatica e da allora viviamo, come tutti, con il provento del nostro lavoro, per cui oggi non ci riteniamo cittadine diverse da chiunque altro“, fanno sapere Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile.

“Crediamo che non possa essere consentito a nessuno di pubblicamente, quanto impunemente, prodursi in affermazioni ed accuse non solo sprezzanti e malevole, ma all’evidenza gravemente calunniose”, spiegano ancora nella querela.

wanna marchi e la figlia stefania nobileFonte foto: IPA

Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile

Il commento dal presunto contenuto diffamatorio

La denuncia, depositata presso la Procura di Milano dall’avvocato Davide Steccanella, è stata presentata nei confronti di “tale sig. Antonio (nickname Tonisixsnine)” che ha commentato il post Instagram del gestore di un locale, un profilo seguito da 259mila follower.

Secondo Wanna Marchi e Stefania Nobile, il contenuto del commento sarebbe diffamatorio perché l’utente parla di “riciclo di denaro rubato da due fantomatiche commercianti” che continua “ad essere ripulito”.

“L’averci pubblicamente e indistintamente attribuito la paternità di una plurima commissione di gravi reati, per avere, si legge, messo in piedi un’attività commerciale appositamente destinata al ripetuto riciclaggio di denaro da noi rubato, al fine di garantirci l’impunità è palesemente diffamatorio”, spiegano le due donne nella querela.

“Rischiamo una nuova campagna d’odio”

Nella stessa denuncia, Wanna Marchi e la figlia spiegano che “commenti di tal fatta rischiano di creare pericolose campagne d’odio indiscriminato nei nostri confronti”.

Da qui la richiesta ai magistrati di identificare l’utente in questione e di indagarlo per diffamazione. Condannata in via definitiva per truffa insieme alla figlia, la storia di Wanna Marchi è recentemente stata ricostruita con una docuserie andata in onda su Netflix.

Qualche mese fa Wanna Marchi era tornata a far parlare di sé dopo una risposta piccata nei confronti di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.

stefania-nobile-figlia-wanna-marchi Fonte foto: IPA
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