Violenze carcere S.Maria Capua Vetere: parla Basentini, ex Dap
Carcere di Santa Maria Capua Vetere, pestaggi: la difesa di Francesco Basentini, ex direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Carcere di Santa Maria Capua Vetere, pestaggi – Parla Francesco Basentini ossia il direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) quando avvennero gli episodi che stanno provocando un moto di indignazione a livello nazionale. Il dirigente parla di “pura follia” in riferimento al fatto che lui sapesse dei fatti accaduti nel carcere.
“Sono stato io a consegnare ai magistrati copia delle mie conversazioni in chat con il provveditore della Campania Antonio Fullone“, spiega in una intervista al Corriere della Sera per giustificare che non fosse a conoscenza della mattanza. Quando gli si fa notare che dalle conversazioni con Fullone emerge che si sapeva che ci sarebbe stata una perquisizione straordinaria, replica: “Lo so bene. Però bisogna prima di tutto ricordare che cosa accadeva in quei giorni”.
Basentini afferma che i reclusi iniziarono la protesta il 4 aprile, lo stesso giorno che fu individuato il primo contagio tra i detenuti. I penitenziari, in Italia, cominciarono però a ribollire già a marzo, quando vennero sospesi i colloqui con i familiari. Su tale frangente Basentini parla di decisione “per evitare contatti dei reclusi con l’esterno che avrebbero potuto creare focolai. Ci furono proteste, ma poi tornò la calma”.
La situazione invece sfuggì di mano ad inizio aprile. Si optò per una linea di fermezza: “Si scelse – racconta l’ex Dap – di seguire le regole per riportare la calma. Eravamo tutti d’accordo. Il provveditore Fullone mi teneva costantemente aggiornato sulle situazioni di maggior rischio, come appunto Santa Maria Capua Vetere. Mi informò che il 5 aprile un gruppo di 50 detenuti si era barricato all’interno di un reparto”.
Si procedette quindi alla perquisizione straordinaria. Basentini: “Dissi sì alla perquisizione. Mai avallate le violenze a Santa Maria Capua Vetere”. Quando gli si domanda perché si andò nelle celle dei detenuti e se fosse necessaria una simile azione, ribatte che la “conversazione è ormai pubblica e la risposta è nel messaggio che mi aveva inviato (Fullone, ndr). Lui lo riteneva indispensabile per riportare la calma e dare un segnale al personale. Fullone era ritenuto uno dei provveditori più bravi e competenti, io mi fidavo”.
L’ex Dap ribadisce che non sapeva che si verificò una spedizione punitiva: “Ma davvero si può credere che io avrei potuto avallare una cosa del genere?”. E Bonafede, Ministro della Giustizia di allora? Che contatti c’erano con lui? “In quel periodo noi eravamo in contatto costante con via Arenula, facevamo riunioni continue anche con i sottosegretari. Non abbiamo mai sottovalutato nulla”.
In questo momento i video dei pestaggi hanno ormai fatto il giro di Tg, testate online e social. Quando Basentini venne a conoscenza di quei filmati? “In questi giorni dai giornali. A settembre sono stato interrogato dai magistrati come persona informata dei fatti e ho ricostruito esattamente quello che sto dicendo ora”.
“Anche a loro ho detto che se avessi avuto informazioni su quello che era successo non avrei esitato a disporre provvedimenti cautelari a carico dei responsabili, come avevo fatto su episodi analoghi avvenuti nel carcere di San Gimignano qualche mese prima”, conclude.