Violenze carcere S.Maria Capua Vetere: parla il ministro Cartabia
Carcere di Santa Maria Capua Vetere: la ferma condanna della Guardasigilli Marta Cartabia
La Guardasigilli Marta Cartabia esprime, in riferimento ai fatti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile dello scorso anno, “la più ferma condanna per la violenza e le umiliazioni inflitte ai detenuti, che non possono trovare né giustificazioni né scusanti”. Il ministro, come riferisce l’Ansa, ha anche annunciato una corposa serie di provvedimenti per evitare che simili episodi possano ripetersi.
Nel corso della mattinata del 30 giugno 2021, Cartabia ha convocato il capo del Dap – il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – Dino Petralia, e il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma. All’incontro hanno partecipato anche il sottosegretario Francesco Paolo Sisto e da remoto la sottosegretaria Anna Macina, aggiornata telefonicamente. Tutti si sono espressi in un sol coro, condannando le violenze.
“Un’offesa e un oltraggio alla dignità della persona dei detenuti – ha detto il ministro Cartabia – e anche a quella divisa che ogni donna e ogni uomo della polizia penitenziaria deve portare con onore, per il difficile, fondamentale e delicato compito che è chiamato a svolgere”. Quindi ha parlato di “tradimento della Costituzione: perché l’articolo 27 esplicitamente richiama il senso di umanità, che deve connotare ogni momento di vita in ogni istituto penitenziario”.
E ancora: “Si tratta di un tradimento anche dell’alta funzione assegnata al corpo di polizia penitenziaria, sempre in prima fila nella fondamentale missione, svolta ogni giorno con dedizione da migliaia di agenti, di contribuire alla rieducazione del condannato”.
“Di fronte a fatti di una tale gravità – prosegue la Guardasigilli – non basta una condanna a parole, ma occorre attivarsi per comprenderne e rimuoverne le cause. E o occorre attivarsi perché fatti così non si ripetano”.
Cartabia sottolinea di aver domandato “un rapporto completo su ogni passaggio di informazione e sull’intera catena di responsabilità, che ci auguriamo sia isolata”. Oltre a ciò ha voluto “una verifica a più ampio raggio, in sinergia con il capo del Dap, con il Garante Palma e con tutte le articolazioni istituzionali, specie dopo quest’ultimo difficilissimo anno, vissuto negli istituti penitenziari con un altissimo livello di tensione”.
Quindi il ministro è tornato a parlare di Costituzione: “Oltre quegli alti muri di cinta delle carceri c’è un pezzo della nostra Repubblica, dove la persona è persona, e dove i diritti costituzionali non possono essere calpestati. E questo a tutela anche delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, che sono i primi a essere sconcertati dai fatti accaduti“.
La Guardasigilli, nel momento in cui è stata messa al corrente formalmente e dai magistrati di Santa Maria dell’ordinanza di custodia cautelare, ha disposto la sospensione di tutti i 52 agenti indagati. Come rende noto Repubblica, prevista anche un’ispezione straordinaria nel penitenziario.