Variante Omicron meno pericolosa rispetto alla variante Delta? Cosa hanno scoperto due studi e cosa cambia ora
La variante Omicron sarebbe legata a una probabilità di essere ricoverati molto inferiore rispetto alla Delta, ma non ci sono solo notizie positive
Due nuovi studi riportati dal Wall Street Journal affermano che la variante Omicron potrebbe essere meno pericolosa del previsto. La “variante dell’orrore”, come era stata chiamata inizialmente sulla stampa internazionale a causa delle molteplici mutazioni presenti sulla proteina Spike, che permette al Sars-Cov-2 di invadere le cellule umane, potrebbe portare in ospedale meno persone in ospedale rispetto alla variante Delta, ormai divenuta dominante in quasi tutto il mondo.
Variante Omicron meno pericolosa: cosa è emerso dallo studio scozzese
Gli scienziati dell’Università di Edimburgo hanno analizzato i dati di 5,4 milioni di persone in Scozia e hanno scoperto che il rischio di ospedalizzazione legato a Covid-19 era di ben due terzi più basso con la variante Omicron rispetto alla variante Delta. Il loro studio deve ancora essere sottoposto a revisione.
Chris Robertson, epidemiologo dell’Università di Strathclyde che ha contribuito allo studio scozzese, ha dichiarato che “non abbiamo tanti ricoveri quanti ne avremmo avuti se la variante Omicron fosse stata uguale alla Delta”.
Variante Omicron meno pericolosa: cosa è emerso dallo studio sudafricano
Un’altra ricerca che è stata svolta dal National Institute for Communicable Diseases in Sud Africa ha portato gli esperti a conclusioni simili. I pazienti positivi alla variante Omicron avevano tra il 70% e l’80% di possibilità in meno di dover essere sottoposti a trattamenti clinici rispetto a chi aveva contratto altri ceppi.
In Sud Africa, inoltre, è stato rilevato un minor rischio di gravi complicanze tra chi si trovava in ospedale, con meno incidenza di ricoveri in terapia intensiva e un ricorso inferiore alla respirazione assistita.
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Variante Omicron è davvero meno pericolosa? Le conclusioni dei due studi
Entrambi gli studi concorando sul fatto che è necessario raccogliere ancora più dati per fotografare meglio la situazione. Inoltre quelli riportati potrebbero essere falsati dal fatto che gli individui positivi alla variante Omicron avevano generalmente tra i 20 e i 59 anni, dunque un’età in cui si riscontrano già meno ricoveri per Covid.
Inoltre la combinazione di una più alta trasmissibilità e di una più alta capacità di eludere le protezioni immunitarie date dai vaccini e dalla guarigione, potrebbe rendere vani i vantaggi legati alla riduzione del rischio ricovero ospedaliero. Nonostante una percentuale inferiore di ospedalizzazione, infatti, aumenterebbero comunque i numeri assoluti del contagio e, di conseguenza, anche gli ingressi nei nosocomi. Non rendendo certo la variante Omicron meno pericolosa in assoluto.