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Covid, il vaccino in pandemia causa varianti peggiori? Parla Burioni

Roberto Burioni ha fatto chiarezza sulla possibilità che il vaccino anti Covid possa spingere il coronavirus a compiere nuove mutazioni più pericolose

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Roberto Burioni, su Twitter, ha fatto chiarezza su un argomento molto dibattuto tra scienziati e profani, ovvero la possibilità che possano sorgere varianti più resistenti e pericolose per sfuggire al vaccino. L’esperto ha spiegato che “un virus passa da un animale all’uomo, lasciamo perdere come. Se succede nel mondo senza vaccini questo virus comincia a mutare e le mutazioni che conferiscono al virus un vantaggio, che tipicamente è costituito dalla maggiore contagiosità, cominciano a emergere e a prendere il sopravvento”.

“A un certo punto il virus arriverà alla massima contagiosità, infetterà la maggior parte degli abitanti della Terra e poi darà periodiche ondate epidemiche, infettando i nuovi nati, non immuni, quando avranno raggiunto un numero tale da sostenere una trasmissione virale intensa”, ha continuato.

“Questo è accaduto per il morbillo, per la rosolia, per l’epatite A e per tanti altri virus. Li abbiamo già trovati belli ed evoluti secoli o addirittura millenni dopo il loro passaggio all’uomo”, ha sottolineato Roberto Burioni.

“Il coronavirus ha fatto esattamente la stessa cosa. Nel marzo 2020 è comparsa una prima variante che ha preso velocemente il sopravvento, poi è arrivata la variante Alfa, ex inglese, che si trasmetteva di più ed è diventata quella dominante. Ora c’è la variante Delta che è ancora più contagiosa di quella Alfa e sta velocemente prendendo il suo posto. Come conseguenza, il virus attuale è molto diverso da quello che circolava l’anno scorso. Il virus è immensamente più contagioso“, ha precisato l’esperto.

“A un certo punto è arrivato in tempo record e nel pieno della pandemia, per la prima volta nella storia dell’uomo, un vaccino molto efficace. A questo punto la variante conveniente per il virus non è più solo quella che si diffonde di più, ma anche quella che riesce a infettare i già vaccinati. Una simile variante, in assenza di vaccino, non avrebbe alcun vantaggio e non emergerebbe mai“, ha continuato ancora.

“Ma in presenza di vaccinati potrebbe emergere. Quindi, in un certo senso, è la vaccinazione a tappeto a creare le condizioni nelle quali un virus resistente potrebbe emergere. Però”, l’avvertimento, “non fate l’errore di considerare questo un effetto negativo dei vaccini“.

“Senza vaccini” infatti “la variante non potrebbe emergere, semplicemente perché troverebbe la strada libera verso il contagiare tutto il mondo. Il vaccino è un ostacolo che il virus prova a superare con una variante. Ci riuscirà? Questo non possiamo saperlo”.

“Fino al momento in cui scrivo queste righe una variante in grado di sfuggire al vaccino non è emersa, e nulla fa pensare che possa emergere, e se emergesse potrebbe anche essere meno patogena o meno contagiosa”, ha spiegato Roberto Burioni. “Però siccome prevedere il futuro non rientra tra i compiti di uno scienziato, di più non si può dire”.

L’unica certezza che abbiamo, ha spiegato Roberto Burioni, è che “il virus deve replicarsi infettando le persone. A ogni persona infettata il virus fa un tiro di dadi che potrebbe andargli bene, generando una variante resistente al vaccino. Quindi, in realtà, la strategia migliore che abbiamo per impedire a varianti virali resistenti al vaccino di emergere è vaccinare tutti quanti il prima possibile in modo da impedire al virus di replicarsi, e di provare a fregarci”.

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